Zucchine a scapece: vi sveliamo i misteri e la vera storia di un contorno unico legato alla tradizione gastronomica napoletana
Le zucchine fanno impazzire gli italiani: al forno, fritte, grigliate, ad involtino, col pesce, nei sughi. Ovunque ci sia questo meraviglioso ortaggio, il successo è assicurato. Esiste un piatto della tradizione gastronomica napoletana ormai famoso in tutto il mondo, le zucchine alla scapece, meglio conosciute come a scapece. Ma da dove deriva questo nome e qual è la sua storia? Scopriamolo insieme
Presente nei famosi film di Totò ma anche nella serie tv ‘Capri’, questo contorno è ormai diffuso in tutta Italia e fatica a non essere amato. E’ un contorno che accompagna svariati protagonisti, il pesce sicuramente ne detiene il primato. Sembrerebbe, in base alle ricerche di alcuni studiosi, che questo piatto sia stato inventato da un cuoco dell’antica Roma, Marco Gavio Apicio, il primo scrittore ufficiale di un trattato di ricette e tecniche di cucina, il ‘De re coquinaria’. Il termine Apicio è di fatti una contrazione di ‘ex apicio’, che sta a significare ‘a cura di’, ‘da parte di’. Non si sa molto della vita del cuoco, solo che morì suicida e che amava organizzare eventi numerosi dove serviva i suoi esperimenti culinari che poi avrebbe trascritto nel suo ‘libro di cucina’.
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Secondo altre fonti invece, la patria madre di questo piatto sarebbe la Spagna: il termine scapece, sembra infatti derivare dallo spagnolo ‘escabeche‘, che indica la preparazione di cibi cotti o crudi con la marinatura a base di aceto. La particolarità di questo piatto sta nei pochi ingredienti, che però conferiscono un gusto unico e prelibato e che esaltano i sapori delle altre portate. Il croccante donato dalla frittura, si mescola poi alla morbidezza ottenuta dall’aceto e dal profumo fresco della menta. Provate anche voi a fare questo piatto antico quanto il mondo che è rimasto ancora ad oggi, uno dei piatti preferiti dagli italiani!