La vitamina K è importantissima, proprio come la D; scopriamo allora come assumerla e abbinarla a quest’ultima nel migliore dei modi.
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Quando parliamo di vitamina K ci riferiamo a quel gruppo di vitamine liposolubili ovvero sostanze che vengono poi accumulate dal fegato. Proprio perché viene accumulata a differenza delle altre vitamine non c’è bisogno di assumerla costantemente, basta consumare i cibi giusti e all’occorrenza sarà il nostro stesso organismo a rilasciarla.
Esistono, essenzialmente, tre tipi di vitamina K; la K1 che è di origine vegetale e che è necessaria nei processi di coagulazione del sangue; la K2 che è prodotta dal nostro intestino e si occupa dell’assorbimento della microflora intestinale; infine, la K3 che invece di origine sintetica e la troviamo generalmente in alcuni farmaci anticoagulanti.
Queste tre differenziazioni ci permettono già da subito di capire i benefici di questa tipologia di vitamina che, generalmente, è associata alla vitamina D, che lavorando insieme possono aiutare e non poco il nostro organismo.
Vediamo, quindi, come assumerle per avere il miglior risultato possibile.
Vitamine D e K, come assumerle per il massimo risultato possibile
Vediamo di capire allora in quali alimenti troviamo la vitamina K, oltre che la D, e qual è la dose consigliata per evitare, invece, le controindicazioni.
La vitamina K è contenuta contenuta, a differenza della D, in diverse tipologie di frutta: kiwi, ma anche mirtilli, una e prugne oltre che in verdure a foglia verde come broccoli, spinaci, finocchi ma anche in oli vegetali e legumi.
La vitamina D è anche conosciuta come vitamina del sole proprio perché una maggiore esposizione a questo determina più alte quantità di vitamina D in circolazione. Si occupa di regolare la formazione di calcio e fosfato, andando anche a migliore l’umore oltre che proteggere dal declino cognitivo.
Insomma, la carenza di quest’ultima può determinare anche importanti effetti collaterali e nei casi più estremi è necessario all’assunzione di integratori sotto consiglio medico.
Poco fa abbiamo anticipato che la vitamina K è spesso associata alla vitamina D e questo perché lavorando insieme, possono apportare molti benefici al nostro organismo.
Lavorando entrambe sul metabolismo del calcio si occupano di rafforzare le nostre ossa, innalzando le difese immunitarie, proteggendo quindi anche da malattie ed infezioni.
Carenza ed eccesso di vitamina K: che fare?
L’organismo necessità di mantenere costanti i livelli di vitamina K questo perché eccessi o carenze di questa possono avere una serie di conseguenze.
La carenza può determinare perdita di sangue dal naso o dalle gengive ma nei casi più seri anche emorragie celebrali.
Un eccesso, di converso, può portare a trombosi, anemia, vampate di calore e vomito anche se queste sono possibilità veramente molto rare. Nell’uno o nell’altro caso è necessario sempre farsi seguire dal proprio medico per avere le giuste indicazioni.