Vitamina D e integratori: emerge come bisogna prestare attenzione nel loro uso, evitando di esagerare. Non hanno effetti così positivi come si pensa.
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Gli integratori fanno bene oppure non servono? Questo dibattito da anni interessa dottori e studiosi.
Nel tempo il tema ha spaccato la comunità scientifica: si sono diffusi sia studi che mettono in luce le loro potenzialità, mentre altri ne hanno sottolineato le criticità.
Questa volta a finire nel mirino sono gli integrato di vitamina D, spesso prescritti per quei soggetti che hanno carenze e problemi a livello di ossa. Osannati da molti, gli integratori di vitamina D sono molto diffusi.
Spesso consigliati per assumere questa vitamina – fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario e quello osseo – potrebbero in realtà non avere effetti così positivi.
Vitamina D e integratori: attenzione agli effetti
Emerge un nuovo studio sugli effetti scaturiti dall’assunzione degli integratori di vitamina D: sarebbe stato riscontrato come non apportino i benefici che si pensava in passato.
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Da recenti studi è, infatti, emerso come la loro utilità sia troppo enfatizzata. In particolare una ricerca pubblicata sul “New England Journal of Medicine” ha messo in luce questa criticità.
Sullo studio è intervenuto il Diretto generale dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), Nicola Magrini.
“Questo studio è apparso su una delle più autorevoli riviste ed è il più ampio mai fatto. Ha valutato l’efficacia della vitamina D assunta per 5 anni nel prevenire le fratture e ne è emerso come sia priva di effetti utili”, il commento di Magrini.
Negli anni questo tipo di integratori sono stati molto raccomandati per quei soggetti con problemi a livello osseo, ma è emerso come in realtà non apporterebbe nessun benefici nel lungo periodo.
Aifa si sta quindi mettendo in modo per rendere questo farmaco dalla prescrizione più mirata, per evitare che se ne abusi.
È importante cercare di assumere la vitamina D partendo dall’alimentazione per evitare di dover ricorre agli integratori: questa è presente in cibi come uova, pesce azzurro e latte. Altra abitudine è quella di esporsi ai raggi solari in quanto questo permette al corpo di produrla.