Le bevande zuccherate avranno vita dura da oggi in poi. Dal 6 aprile in Gran Bretagna è entrata in vigore la sugar tax, la tassa sulle bibite zuccherate. L’iniziativa nel programma salute contro l’obesità è innovativa rispetto alle altre simili già presenti in altri Paesi. L’obiettivo non è quello di disincentivare il consumo di tali bevande, ma di spingere i produttori a ridurre il contenuto di zucchero.
La tassa ha due fasce: una di 18 pence al litro per le bibite contenenti più di 5 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri e l’altra di 24 pence al litro per le bibite con più di 8 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri. I succhi di frutta naturali, le bibite a base di latte e i piccoli produttori sono esenti dalla tassa. Le entrate previste sono destinate al finanziamento di attività sportive nelle scuole.
Dopo le prime lamentele delle aziende alcune di esse si stanno adeguando. Infatti Lucozade ha già riformulato le sue bevande, che ora contengono tutte meno di 5 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri, Coca-Cola stima che circa il 60% dei suoi prodotti eviteranno la nuova tassa, mentre San Pellegrino ha ridotto del 40% il contenuto di zucchero delle sue bevande.
Ma anche in Europa le bevande zuccherate avranno vita difficile. Nelle scuole secondarie sarà vietata la vendita, anche presso i distributori automatici. Lo annuncia l’Unesda, l’associazione europea di categoria che rappresenta i più noti produttori di bevande analcoliche. L’iniziativa, su base volontaria, sarà applicata gradualmente, con l’obiettivo di raggiungere entro la fine del 2018 tutti gli Stati, coinvolgendo oltre 50mila scuole e più di 40 milioni di studenti. Dal 2019, le aziende aderenti a Unesda venderanno negli istituti scolastici soltanto bibite a basso contenuto calorico o senza calorie, oltre alle bottigliette di acqua.