Siamo abituati alle bottiglie di vino da 75 cl ma perché hanno proprio questo formato? La loro è infatti una storia molto lunga.
Se andiamo al reparto vini del supermercato ci accorgiamo subito che (quasi) tutte le bottiglie in vendita sono confezionate in bottiglie dello stesso formato ovvero 75 cl, ma perché è così? Chi ha scelto la loro forma è formato? La storia è davvero molto antica.
Sulle tavole degli italiani difficilmente mancano, che sia per una cena in solitaria o per una da condividere con amici e parenti, si è sempre pronti a stappare una bottiglia di vino. Siamo quindi abituati a vederle e maneggiarle ma magari non abbiamo mai fatto caso al fatto che sono tutte uguali.
Bianco, rosso o rosé che siano, infatti, le bottiglie di vino sono tutte da 75 cl, ma vi siete mai chiesti il motivo di questa specifica capienza? Sembra, infatti, essere tutta una questione di produzione.
Quella dei 75 cl non è una misura di certo casuale, ma a determinare la scelta di questa capienza sembra essere tutta una questione di fiato. Bisogna infatti risalire a tempi ben più antichi ovvero a quando le bottiglie di vetro cominciarono a diffondersi e quindi ad essere prodotte.
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Siamo nel 1700 e la realizzazione delle bottiglie veniva fatta “a mano” dai maestri vetrai con addetti specializzati che dovevano soffiare all’interno di imbuti per far gonfiare la materia prima. In queste circostanze, anche il gonfiatore con più capacità polmonare non riusciva a superare i 75 cl.
Così cominciò a diffondersi questa come misura standard e anche quando l’epoca industriale ha preso il sopravvento per consuetudine si è continuato a produrre le bottiglie in questo modo seguendo quello che ormai era già diventata la misura di riferimento.