All’interno di un frutto, soprattutto se molto maturo, possono formarsi delle larve: come verificare la loro presenza e cosa fare se consumiamo un frutto contaminato.
Soprattutto durante l’estate, aumenta il consumo della frutta. Per contrastare il caldo, difatti, non c’è nulla di meglio di una fetta di anguria o di qualche fragola. Ovviamente la frutta, come consigliano gli esperti, va consumata durante tutto l’anno per una sana e buona alimentazione.
Può capitare, però, che maturando troppo o subendo degli sbalzi di temperatura improvvisi all’interno dei frutti si formino delle larve di mosca che iniziano a scavare delle gallerie nella polpa. Ma come agire in questo caso? E cosa succede se per errore abbiamo ingerito un frutto contaminato?
Non è un caso raro trovare un frutto al cui interno si sono formate delle larve di mosca. Nella maggior parte dei casi si tratta di larve della mosca della frutta mediterranea, un insetto fitofago che tende a svilupparsi all’interno della polpa della frutta e rappresenta una delle più gravi minacce per i frutteti dell’area mediterranea.
La formazione di queste larve è dovuta molto spesso, come riporta la redazione di Cookist, per uno sbalzo di temperatura improvviso o quando il frutto in questione è maturato troppo, magari perché conservato nella maniera adeguata. Se ci accorgiamo che all’interno dell’alimento si è sviluppata questa larva è sempre consigliato non consumarlo.
Per verificare la loro presenza, bisognerà controllare la superficie dei frutti, soprattutto se molto maturi o parzialmente guasti, e individuare eventuali buchini: le larve, difatti, scavano delle gallerie nella polpa. Per questo motivo è anche consigliato lavarli e tagliarli prima di consumarli.
Generalmente la loro ingestione non è molto pericolosa, ma tenendo in considerazione che questi vermi si nutrono anche di feci, potrebbero rappresentare dei rischi per la salute. Le larve in questione, difatti, potrebbero trasportare batteri come salmonella ed E-coli provocando infezioni intestinali. I sintomi sono: febbre, diarrea, vomito e, nei casi più gravi, anche sangue nelle feci.
In questi casi, è sempre bene consultare il proprio medico e chiedere un parere per la diagnosi e l’eventuale terapia.
Paola Saija