I ricercatori dell’Institute for RNA Innovation della University of Pennsylvania stanno lavorando all’uso dell’RNA messaggero (mRNA) per trattare la celiachia.
Jax Bari, un ragazzo di 11 anni di Philadelphia, soffre di celiachia: ogni giorno vive con la paura di ingerire accidentalmente glutine, con conseguenti conseguenze devastanti per la sua salute. Ai ricercatori del Penn’s Institute for RNA Innovation ha raccontato questa drammatica convivenza con la malattia, che non è per nulla facile ed è assolutamente da non sottovalutare.
Ha infatti mostrato loro una foto che lo mostra mentre giaceva sdraiato sul pavimento del bagno, esausto: cosa era successo a questo ragazzino? Aveva mangiato del cibo che non sapeva contenesse glutine e a un certo punto ha iniziato a sentirsi davvero male. Seguirono ore di vomito, diarrea e dolori allo stomaco. Sono passati due anni da quella tragica esperienza e il ragazzo ha ancora paura del cibo.
Infatti, Jax non può andare a casa di un amico, festeggiare un compleanno, uscire a mangiare con la famiglia o fare spuntini agli eventi dopo la scuola senza leggere attentamente le etichette dei prodotti alimentari, e ogni volta che mangia deve fare sempre tante domande. Proprio pensando alla sua storia, i ricercatori dell’Institute for RNA Innovation della University of Pennsylvania stanno sperimentando la soluzione.
Ovvero dei vaccini per fermare la celiachia usando l’RNA messaggero (mRNA). Ad oggi, l’unico trattamento disponibile è l’eliminazione totale del glutine dalla dieta. Non c’è altra soluzione e lo spiegano gli stessi ricercatori in un articolo che parla delle loro sperimentazioni. Se questa terapia avrà successo, potrebbe rivoluzionare la vita di milioni di persone, costrette ad avere paura di cosa mangiano.
Drew Weissman e Jilian Melamed, tra i ricercatori coinvolti, stanno cercando di sviluppare un “vaccino tollerante”, che agisca modificando la risposta immunitaria del corpo nei confronti del glutine, permettendo così alle persone affette da celiachia di tollerarlo senza effetti dannosi. Sappiamo che è complesso, ma sappiamo anche la capacità della ricerca di compiere passi da gigante, quando serve.
Come dovrebbe funzionare un eventuale vaccino? Si parte proprio dalla malattia: quando una persona affetta da celiachia ingerisce glutine, il suo sistema immunitario reagisce in modo errato, attivando un’infiammazione e producendo anticorpi per combattere quella che percepisce come una minaccia. Tali anticorpi danneggiano anche il rivestimento dell’intestino tenue.
In sostanza, viene compromessa la capacità dell’organismo di assorbire correttamente i nutrienti. Non è ancora chiaro quali specifiche proteine del glutine siano considerate una minaccia dal sistema immunitario, ma stando ai ricercatori un “vaccino tollerante” potrebbe essere capace di insegnare al sistema immunitario a riconoscere il glutine come sicuro.
La piattaforma mRNA, già utilizzata con successo per combattere il COVID-19, è considerata un’ottima soluzione per affrontare la celiachia grazie alla sua adattabilità . Come spiegato da Weissman, “l’mRNA è una tecnologia versatile che può essere rapidamente modificata per affrontare diverse problematiche, come è accaduto durante la pandemia”.
Le nanoparticelle lipidiche (LNP), che trasportano l’mRNA nel corpo, sono anche in fase di studio per capire se possano potenziare l’efficacia del trattamento o interagire direttamente con il sistema immunitario. Purtroppo però, sebbene ci siano somiglianze tra la celiachia e altre allergie alimentari, è improbabile che esista un’unica soluzione universale. Ogni malattia, infatti, ha meccanismi distinti che richiedono approcci specifici.