Se il tonno in scatola è scaduto non va consumato neanche con una ricetta di riciclo, il rischio è di stare parecchio male. Ecco cosa succede.
Il tonno in scatola è un alimento utile e pratico molto apprezzato soprattutto per che in pochissimo tempo si possono realizzare primi o secondi davvero deliziosi. Ma cosa succede se per caso decidiamo di consumare il tonno scaduto? Meglio non farlo.
Se scelto con cura, in particolare facendo attenzione alle zone FAO di pesca, il tonno in scatola è un alimento davvero nutriente e ottimo. Oltre alla ormai celebra pasta dello studente, si possono realizzare tanti piatti deliziosi dai più semplici come le insalate fino ai più sfiziosi come le polpette.
Parliamo comunque di tonno e quindi di un pesce ad alto contenuto di Omega-3 qui grassi buoni che fanno tanto bene alla salute e che, per esempio, i giapponesi non si fanno mai mancare a tavola.
Si tratta di un prodotto in scatolame per cui è anche a lunga conservazione, è qualcosa che spesso si compra e si mette in dispensa da tirare fuori all’occorrenza, quindi può capitare di ritrovarselo magari scaduto giusto di qualche giorno, che fare allora in questi casi? La risposta secca è che è meglio non mangiarlo perché il rischio è molto alto.
Benché ci sono cibi che possono essere consumati oltre la data di scadenza, questa pratica non è consigliata con il tonno e anzi bisogna stare molto attenti.
Se una volta volta presa la scatoletta di tonno dalla dispensa ci accorgiamo che il prodotto è scaduto, cominciamo con l’aprirla e annusarla perché se l’odore è forte o sgradevole possiamo ben renderci conto che non è il caso di metterlo nel piatto.
Il rischio quando il tonno è avariato, il che potrebbe capitare anche prima della data di scadenza quindi attenzione sempre e comunque, è di incorrere in una intossicazione da istamina ovvero una condizione che deriva dal consumo di alimenti ad alto contenuto di istamina molecola responsabile di molti processi infiammatori e allergici.
Contengono istamina pesci come il tonno appunto, ma anche lo sgombro, le alici. L’intossicazione provoca generalmente sintomi lievi che cominciano a comparire dopo circa 30 minuti dall’ingerimento del cibo avariato; parliamo prevalentemente di sintomi come arrossamento del volto, prurito, diarrea e palpitazioni.
Nei casi più gravi, infine, possono manifestarsi difficoltà respiratorie e problemi cardiaci. Quindi attenzione sempre alta.