Il tonno in scatola è un alimento salva cena dell’ultimo minuto ma recentemente sta venendo demonizzato a causa della presenza di mercurio, sostanza altamente tossica, al suo interno. Andiamo a scoprire cosa dicono gli studi riguardo questo ambito.
Il tonno in scatola è un alimento usato molto spesso nella nostra cucina: basta aprirlo e versarlo in un contenitore con insalata e pomodorini per creare un veloce piatto estivo unico.
Con esso poi possiamo realizzare anche pietanze un po’ più raffinate come la pasta al sugo con tonno oppure delle polpette di tonno con formaggio filante.
Recentemente però questo alimento è stato notevolmente demonizzato per la presenza di mercurio al suo interno. Andiamo a scoprire insieme cosa dicono gli ultimi studi riguardo tale argomento.
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Il mercurio è un metallo pesante che se ingerito in quantità notevoli può comportare all’organismo problematiche cerebrali o patologie cardiache.
Pesca intensiva, inquinamento da microplastiche, eccessivo utilizzo di farmaci nelle pratiche di acquacoltura sono tutti fattori che contribuiscono a deteriorare la qualità del pesce di cui ci nutriamo.
Purtroppo in questo ambito l’Italia raggiunge il primato nella vetta: difatti il pesce del nostro paese risulta il più contaminato d’Europa.
Il mercurio entra nell’organismo accumulandosi nei globuli rossi e venendo dunque trasportato per tutto il corpo. Risulta una problematica per ogni essere vivente ma in maniera maggiore per le donne in gravidanza o in fase di allattamento.
Per la praticità e la comodità molte persone scelgono il pesce in scatola; tra questi quello più amato e più utilizzato è sicuramente il tonno.
Esso però rappresenta la più grande fonte di mercurio disponibile poiché essendo il tonno un grande predatore dei mari, si nutre di pesci più piccoli anch’essi contenenti tale sostanza.
La concentrazione di mercurio nei tonni può essere anche 10.000 volte maggiore rispetto a quella presente nell’habitat in cui vive.
Tuttavia è bene ricordare che il tonno in scatola, oltre a contenere mercurio, è anche una scelta poco sostenibile dal punto di vista ambientale: si tratta di un animale a rischio estinzione, che andrebbe tutelato; inoltre, la pesca intensiva di questo animale è altamente inquinante e dannosa per l’ambiente marino.