La tradizione delle giuggiole nella cucina tipica: in una regione italiana, si prepara un dolce che ti manda in brodo di… vabbé, ci siamo capiti.
La giuggiola, una bacca autunnale dall’inconfondibile sapore dolce e lievemente acidulo, è uno di quei frutti che contraddistinguono questa stagione e dopo essere stata a lungo dimenticata, negli ultimi anni ha vissuto e sta vivendo un’importante riscoperta. Nota per le sue proprietà e i suoi benefici, con questa bacca si possono preparare molti e prelibati prodotti.
La giuggiola, che conosciamo tutti perché legata a un modo di dire, ha avuto in particolare una diffusione nella cucina tradizionale regionale: in Veneto, ad esempio, si preparano i zàleti alle giuggiole. Questi biscotti rustici e friabili, realizzati con l’inconfondibile farina di mais, evocano sapori di tempi antichi, quando la cucina era fatta di ingredienti semplici e genuini.
Questi dolci si preparano in generale con frutta secca o candita, ma l’aggiunta delle giuggiole porta un tocco speciale: la dolcezza aromatica di questo frutto, conosciuto e apprezzato da secoli nelle zone venete, dona ai biscotti un gusto unico e originale. Per chi desidera rispettare la tradizione, servire i zàleti alle giuggiole con un buon vino da dessert come il Moscato Fior d’Arancio DOCG, tipico dei Colli Euganei.
Questo vino dolce e aromatico esalta il sapore della giuggiola, creando un connubio perfetto. Anche il Brodo di Giuggiole (sì, esiste davvero!), un vino liquoroso tipico di Arquà Petrarca, si presta magnificamente per accompagnare questi biscotti, regalando al palato una sinfonia di sapori. Ma come si preparano questi biscotti della tradizione veneta?
Per preparare i zàleti, è necessario avere alcuni ingredienti freschi e di qualità, come le giuggiole mature. Il primo passo consiste nel tritare grossolanamente le giuggiole, che verranno poi lasciate a marinare per almeno due ore, o meglio ancora per tutta la notte, in grappa o rum. Questa marinatura arricchisce le giuggiole di un aroma intenso e permette al sapore del liquore di fondersi con quello dolce del frutto.
Mentre si attende che le giuggiole assorbano il liquore, è consigliabile preparare l’impasto. Si preriscalda il forno a 180°C e si foderano le teglie con carta da forno, così da essere pronti per la cottura. In una ciotola si combinano le farine: quella di mais e quella di grano tenero. La farina di mais conferisce ai biscotti la loro consistenza caratteristica, mentre la farina di grano li aiuta a mantenere una certa friabilità.
Si aggiunge la scorza grattugiata di mezzo limone, rigorosamente non trattato, per dare un tocco di freschezza, insieme a un pizzico di sale marino e a un cucchiaino di lievito in polvere. Nel frattempo, in una ciotola più grande, si montano i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto giallo e spumoso, in cui lo zucchero risulti completamente sciolto.
Questa operazione è fondamentale per garantire che i biscotti abbiano una struttura soffice e una dolcezza omogenea. Dopo aver montato i tuorli, si aggiunge delicatamente il burro fuso e raffreddato al composto di farine, amalgamando con cura.
Quando tutti gli ingredienti sono incorporati, si unisce il tutto al composto di uova, lavorando l’impasto con delicatezza. Una volta ottenuto un impasto uniforme, si aggiungono le giuggiole marinate e ben scolate, distribuendole omogeneamente.
A questo punto, arriva il momento di modellare i biscotti. Con le mani leggermente inumidite, si preleva una piccola quantità di impasto e la si lavora fino a formare delle palline leggermente allungate e schiacciate, con una forma ovale e piatta. I biscotti vengono disposti sulla teglia, lasciando qualche centimetro di distanza tra l’uno e l’altro per permettere loro di espandersi leggermente in cottura.
La cottura richiede circa 13-15 minuti in forno statico a 180°C, finché i biscotti non acquisiscono una doratura delicata in superficie. Una volta sfornati, è necessario lasciarli raffreddare completamente su una griglia, per evitare che perdano la loro croccantezza.
I zàleti alle giuggiole possono essere conservati a lungo, mantenendo tutta la loro fragranza in un contenitore ermetico o in sacchetti sigillati, in un ambiente fresco e asciutto.