Il marchio Barilla dal 2020 lancerà sul mercato domestico soltanto pasta di grano duro della filiera italiana al 100 per cento. Stop completo quindi all’import di grani esteri. Una novità assoluta da parte del primo marchio di pasta italiano.
Al momento Barilla non commenta, ma secondo indiscrezioni la nuova confezione non sarà oiù di colore blu, ma celeste con una finesta trasparente per vedere il prodotto. La pasta Barilla 100% italiana costerà di più, poichè il grano duro nazionale costerebbe di più. E lascerà sguarnita la fascia prezzo media del prodotto. Ma Barilla è voluta correre ai ripari dopo perdite nelle vendite, visto che i consumatori privilegiano la qualità
Nel 2019, le vendite di pasta secca di semola rilevate da IRI la quota di mercato è calata del 2,6% al 26,6 per cento. Divella perde il 5,4% a valore e l’8,2% a volume e Granoro, rispettivamente, il 2,7% e l’8,9 per cento. Le paste percepite come prodotto di maggiore qualità invece fanno passi da gigante: La Molisana +24% a valore e a volume; De Cecco, rispettivamente, +16,6% e +17,5%; Rummo +18,5% a valore e a volume; Voiello (gruppo Barilla) +10,8% a valore e +11,8% a volume.
Nella pasta integrale a Barilla va anche peggio: sempre nell’anno mobile terminante ad agosto 2019, perde l’8,1% a valore e il 16,2% a volume. A tutto vantaggio del più aggressivo competitor La Molisana che balza, rispettivamente, del 32,2% e del 35,3 per cento. Insomma è probabile che Barilla con la pasta italiana al 100% possa compiere un bel passo in avanti. Oggi nella scuderia Barilla solo il brand Voiello offre pasta Grano Aureo 100% italiana. E il brand cresce.