Il succo di frutta all’arancia presenta una sorpresa inaspettata e che certamente non farà piacere. Di che cosa si tratta.
Succo di frutta all’arancia, buono, buonissimo ed adatto a tutte le stagioni. Questa è una bevanda sempre squisita, sia quando parliamo di qualcosa di industriale e confezionato che di realizzato con della frutta fresca. Ovviamente questo secondo caso è il migliore e più indicato.
Non ci saranno aggiunte di zuccheri, conservanti e quant’altro in un succo di frutta all’arancia perfettamente naturale. E magari fatto da agrumi raccolti a chilometro zero, dal nostro orto o giardino. Di contro i succhi di frutta all’arancia o di altri gusti e sapori si rivelano essere spesso non salutari.
E ciò proprio per via di quello che si trova al loro interno. In genere i prodotti di fattura industriale non fanno mai bene. In tutto ciò occorre sapere un qualcosa di importante. E cioè che proprio nelle arance in particolare si nasconde qualcosa che ai più potrebbe suonare inquietante.
Succo di frutta all’arancia, com’è la situazione cocciniglia
Se parliamo sempre di prodotti realizzati in impianti industriali, in molti casi è bene conoscere che c’è un colorante “particolare” che conferisce al succo un tipico rosso inconfondibile. Si tratta della cocciniglia, che è un particolare insetto infestante.
Dalla cocciniglia si ricava proprio un colorante che conferisce una conformazione cromatica di un rosso vivo a cibi, bevande ed altri prodotti di manifattura industriale. Possiamo riconoscere l’impiego di questi insetti quando, all’interno della lista degli ingredienti, è presente la dicitura E120, oltre ai termini “acido carminico” e “carminio”.
Ma pur essendo consentito dalle attuali norme vigenti in materia di sicurezza alimentare, l’E120 può risultare facilmente un potenziale pericolo per la salute. A parlarne è una indagine condotta dal portale greenMe, che ha analizzato una serie di marche di succhi di frutta all’arancia attualmente presenti in commercio.
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C’è una sola eccezione: la marca
Per fortuna, rispetto al passato, il trend dell’utilizzo della cocciniglia dalla quale ricavare colorante rosso è praticamente cessato. Oggi le fonti di estrazione principale sono rappresentate da coloranti di origine naturale e vegetale, come le carote, il riber e le barbabietole.
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Non è detto però che le cose siano cambiate per altri alimenti. Per cui è sempre bene controllare negli ingredienti la eventuale presenza di E120, acido carminico e carminio. Ed anche dell’E129 o rosso allura, che è un colorante sintetico foriero di possibili alterazioni negative all’intestino.
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C’è una sola eccezione nelle rilevazioni di greenMe, rappresentate dal succo all’arancia rossa Valfrutta formato magnum. Anche se le osservazioni compiute hanno riguardato dei campioni limitati, come specificato dallo stesso sito.