Struffoli: storia e mito di un dolce natalizio di Napoli

Gli struffoli sono un dolce natalizio tipico della Campania ma ormai conosciuto un po’ in tutto il Sud Italia e non solo. Sono delle palline fritte decorate con canditi, perline colorate (dette “diavulille) e intrisi nel miele.

A quanto pare sarebbero stati i Greci a portare questa tradizione culinaria nel Golfo di Napoli al tempo della nascita di Partenope (VIII secolo a.C.). Il nome “struffolo” deriverebbe dalla parola “strongoulos” (arrotondato) e “pristòs” (tagliato). Quindi uno “strongoulos pristòs” è la pallina arrotondata e tagliata. Non essendoci certezza etimologica altri fanno derivare il nome dal verbo “strofinare”, riferito al gesto che si compie per lavorare la pasta prima di tagliare le palline. Altri ancora fanno risalire la parola struffolo allo strutto, il grasso con cui nel passato venivano fritti.

Il miele, ingrediente fondamentale per la preparazione di questo dolce natalizio, ha di per sé un significato religioso. Il corpo del Bambin Gesù viene anche definito “roccia che dà miele”, quindi non è un caso che gli struffoli vengano preparati a Natale. Anticamente gli struffoli venivano preparati nei conventi dalle suore che poi li regalavano a Natale alle famiglie nobili che si erano distinte per donazioni e atti di carità.

Un’altra legge basilare di questa ricetta è che le palline devono essere piccoline. Vi siete mai chiesti perché? Il mistero è presto svelato: più sono piccole più sono intrise di miele e quindi più risultano dolci e gustose. Infatti uno dei segreti per la riuscita del dolce è il miele: deve essere abbondante.

Al giorno d’oggi in tantissime case napoletane vengono preparati gli struffoli e ogni famiglia ha il suo modo personale di farli. Sebbene gli ingredienti siano gli stessi per tutti, in ogni casa gli struffoli avranno un particolare sapore diverso dagli altri. Un tocco magico che regala un pizzico di dolcezza e tradizione nel periodo delle festività natalizie.

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