Noi italiani siamo soliti inorridire quando sentiamo che all’estero spezzano gli spaghetti prima di gettarli nell’acqua di cottura. Ma è un errore vero e proprio? Oppure è solo un motto d’orgoglio e di patriottismo di noi peninsulari? Andiamo a scoprire cosa dicono a riguardo gli chef e la scienza.
Guai a toccare la pasta a noi italiani! È un prodotto talmente tanto radicato che molte persone sono abituate a mangiarlo giornalmente. Tra le varie tipologie, oggi vi parliamo della regina di esse: gli spaghetti.
Stiamo parlando di un alimento notevolmente versatile e molto apprezzato in tutto il mondo, sia per la loro semplicità che per la loro bontà. Con esso è possibile realizzare un primo piatto in centinaia di modi. Come non menzionare gli spaghetti alla carbonara o quelli all’amatriciana?
PER NON PERDERTI LE ULTIME NOTIZIE SEGUICI ANCHE SU INSTAGRAM E TELEGRAM
Essi però sono al centro di un arduo dibattito che divide italiani e persone esterne a tale nazione. I primi credono che sia un vero e proprio sacrilegio spezzarli e poi immetterli nell’acqua di cottura. I secondi invece sono soliti adottare tale abitudine. Chi ha ragione? Parola alla scienza ed agli chef.
Alcune persone credono che spezzando gli spaghetti venga diminuito il tempo di cottura. Si tratta però di un falso mito in quanto le tempistiche rimarranno le stesse. L’unica nota positiva che può aver questo gesto è il fatto che entrino con più facilità all’interno della pentola.
A tal proposito, alcuni scienziati francesi hanno elaborato uno studio proprio in questo campo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Physical Review Letters. I ricercatori hanno spiegato che quando un spaghetto viene piegato con la stessa forza messa in ciascuna estremità, si flette fino ad un punto vicino al centro.
Le onde prodotte dalla flessione dello spaghetto, dunque, creano una moltitudine di rotture che fanno dividere lo spaghetto in molte più parti. Questo risultato ha permesso agli studiosi di vincere il premio IG Nobel. Tutto ciò a conferma che gli spaghetti non vanno assolutamente spezzati.
Secondo la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), la pasta è un alimento ricco di carboidrati, minerali e vitamine, ed è un’ottima fonte di energia per l’organismo. Tuttavia, per evitare eccessi, è importante regolarsi nella frequenza e nelle porzioni.
In generale, si consiglia di mangiare la pasta due o tre volte alla settimana, meglio se alternando diversi tipi di cereali (a base di grano duro, integrale, di farro o di legumi) e con salse leggere e nutrienti, come verdure a crudo, a vapore o saltate in padella con pochissimo olio.
Inoltre, la quantità ideale di pasta per ogni persona varia tra i 70 e i 100 grammi a crudo, equivalenti a circa 160\180 grammi di pasta cotta, senza contare le condizioni di accompagnamento. Si raccomanda di evitare di scegliere dosi abbondanti se si ha un’attività fisica limitata o un metabolismo lento.