La pasta è uno degli alimenti più consumati in Italia. Un nuovo test lancia l’allerta spaghetti per la presenza di tossine anche se la situazione migliora rispetto al precedente test del 2020.
La buona notizia è che non è stata registrata la presenza di glifosato come avvenuto nel precedente test condotto da Il Salvagente. Il glifosato è un pesticida utilizzato nelle coltivazioni e che finisce per contaminare le falde acquifere arrivando ai cibi come nel caso della lavorazione della pasta.
Nello scorso test 7 marche sulle 20 analizzate avevano il glifosato. Dopo 2 anni la situazione è migliorata, segno che l’attenzione posta su questa sostanza ha sortito gli effetti sperati. In questo nuovo test condotto da Il Salvagente, su tre marche sono state trovate micotossine.
Anche in questo test sono state prese in esame 20 marche di spaghetti. Il test è stato realizzato da tre laboratori diversi in modo da ridurre il margine di errore. Sono stati eseguite decine di prove tra cui quelle per la ricerca di glifosato, altri pesticidi, micotossine e altro.
Quali sono le marche con l’allerta spaghetti?
Per quanto riguarda il glifosato, è stata riscontrata la presenza anche nell’acqua del rubinetto. Per quanto riguarda il test sugli spaghetti sono state approfondite e valutate diverse caratteristiche e sostanze:
- Origine del grano
- Presenza di glifosato e altri pesticidi
- Presenza di Don (micotossina)
- Presenza di furosina
- Prova organolettica: comprendente la prova di assaggio e i tempi di cottura indicati in etichetta.
La furosina è una sostanza contaminante che si genera durante l’essicazione industriale: quando la pasta viene essiccata ad una temperatura superiore a 50 gradi, la pasta rilascia questa sostanza. È la pasta a lenta essiccazione che ne contiene una quantità minima. Da Il Salvagente possiamo leggere che: “Nessun marchio che vanta o evoca la lenta essicazione (De Cecco, Girolomoni, Rummo, La marca del consumatore) ha riportato invece livelli alti di furosina“. Fino ad oggi non esiste una legge che regolamenta la quantità minima ammessa.
Fino a questo momento non ci sono nemmeno prove scientifiche sulla sua tossicità. Per il test è stato quindi definito il limite di 200 mg/100 g di proteina che è il limite auto imposto da alcune aziende produttrici di pasta. Gli ultimi posti della classifica sono occupati dalle marche Lidl, Esselunga e Carrefour.
Per quanto riguarda la presenza del Don nessuna marca di pasta ha livelli superiori a quelli consentiti. Solo in un caso, il contenuto di Don supera il limite ammesso per il consumo da parte dei bambini: gli spaghetti Combino Lidl. In questo caso Il Salvagente spiega: “Non parliamo ovviamente di irregolarità ma di una pasta che è meglio non condividere con i più piccoli“.