Il mercato dei prodotti senza glutine è in forte espansione, con ben 400 milioni di euro di indotto: scopriamo quali fattori stanno contribuendo al boom
Fino a qualche anno fa, il termine “celiachia” era conosciuto solamente da una ristretta cerchia di eletti. Una malattia che solamente chi ne era personalmente affetto avrebbe saputo descrivere nei dettagli. Per molti altri, questo concetto rimane ancora avvolto da falsi miti che l’informazione, nonostante gli sforzi, deve ancora riuscire a smentire.
Il mercato di prodotti per celiaci, ciò nonostante, è in forte espansione. Sono sempre di più le persone costrette a mangiare senza glutine e a dover rinunciare a parecchi cibi che, in precedenza, mangiavano con regolarità. Di che indotto stiamo parlando? Secondo i numeri dell’Aic (Associazione italiana celiachia), in Italia, questo mercato ha un valore di ben 400 milioni di euro.
Il mercato della celiachia sta andando incontro a un indiscusso boom. A dirlo non è soltanto la sensazione di essere circondati da persone che dichiarano di essere affette da questo tipo di malattia, ma sono i dati riferiti dall’Aic.
Con ben 400 milioni di euro di indotto – questo il valore del mercato -, i ritmi di crescita previsti sono ancor più sorprendenti; parliamo, infatti, di una percentuale aumentata del 6% annuo fino al 2025. Secondo gli analisti, tale mercato toccherà quota 1,6 miliardi di euro entro il 2030.
Ma cosa può aver determinato un incremento di tal genere? Senza ombra di dubbio, la crescita di diagnosi relative proprio alla celiachia. Secondo i numeri del Ministero della Salute, attualmente si contano oltre 250mila italiani celiaci, nonostante se ne ipotizzi la presenza di 600mila e oltre. Le sempre maggiori conoscenze che ruotano attorno a questa malattia, pertanto, giocano un ruolo fondamentale.
A chi non è “del settore” capita spesso di far confusione tra i termini celiachia e intolleranza al glutine. Due condizioni che, per quanto possano avere delle basi comuni, presentano delle differenze di fondo dalle quali bisogna partire per fare un po’ di chiarezza.
Quando parliamo di celiachia, parliamo di una malattia che può insorgere a qualsiasi età, anche se non sono ancora noti i motivi per i quali una persona, dopo anni di tolleranza al glutine, arrivi a svilupparla. Si tratta di una malattia autoimmunitaria di tipo infiammatorio dell’intestino tenue. I soggetti predisposti, dinanzi all’assunzione di glutine, producono anticorpi che vanno a distruggere i villi, strutture responsabili dell’assorbimento di nutrienti e minerali.
Questo fenomeno, nei casi peggiori, determina una sindrome da malassorbimento e uno stato di malnutrizione. Le persone affette da celiachia, pertanto, sono costrette a sospendere l’assunzione di glutine e a sostituire i prodotti che lo contengono con delle alternative senza glutine.
Quando parliamo di intolleranza, invece, parliamo di una condizione di ipersensibilità al glutine che può dare come esito sintomi quali diarrea, nausea, crampi addominali e perdita di peso. Essa, generalmente, si scatena nel momento in cui c’è un sovraccarico di glutine nella nostra alimentazione.