Una ricerca ha evidenziato il rapporto tra i cervello e la fame cronica. Scopriamo la relazione che c’è e quali possono essere le conseguenze che porterebbero all’obesità.
Mangiare più di quanto si dovrebbe è un problema molto comune, siamo letteralmente bombardati di cibo; supermercati aperti anche h24, ristoranti, pub, pizzerie e anche bar. Insomma ogni luogo è disponibile fornirci calorie di cui non avremmo bisogno e ad un prezzo sempre accessibile.
Un altro problema di questi tempi, acuito nel periodo di lockdown quando la mente non aveva molti stimoli esterni per svagarsi, è l’avere quella sensazione perenne di fame, il bisogno di sgranocchiare sempre qualcosa.
Tutto questo sfocia, anche causa la sedentarietà, nell’obesità. Fino a qualche tempo si credeva che la fame nervosa fosse frutto di un periodo di stress e ansia, tuttavia una ricerca del 2017 sembra evidenziare una relazione tra il cervello e quel costante pensiero che si ha sul cibo.
Secondo gli studiosi dell’UCLA che hanno condotto la ricerca, la risposta al nostro insaziabile pensiero del cibo è nascosta nella tac celebrale.
Seconda quanto riportato dai ricercatori dell’Università di Los Angeles negli Stati Uniti, l’attenta analisi delle immagini celebrali mostrerebbe la relazione tra cervello e fame nervosa e di conseguenza con l’obesità.
In sostanza, le tac al cervello dei soggetti partecipanti all’esperimento hanno mostrato che quelle persone che hanno una minor elaborazione di risposta al cibo tendono di conseguenza a mangiare di più. Di conseguenza, sono maggiormente esposti al rischio di obesità con tuti gli effetti negativi che questa patologia determina.
Lo studio ha riguardato l’analisi delle tac celebrali di 86 diversi soggetti, uomini e donne. Il team di ricerca si è particolarmente soffermato sulla relazione tra il modo in cui mangiamo e la dopamina, cioè il neurotrasmettitore che tra le varie funzioni ha anche quello rispondere al senso di sazietà.
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Quindi, una minor risposta da parte di questo neurotrasmettitore rendeva i soggetti più sensibili al cibo, spingendoli a mangiare continuamente proprio per sopperire a questo deficit.
Lo studio ha poi mostrato le differenze di genere ovvero sembra che nel donne ci sia uno stretto collegamento tra il cibo e la parte di cervello che elabora le emozioni. Mentre negli uomini il cervello sembra colleghi il cibo a quella parte celebrare che regola olfatto, temperatura e gusto.
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Il motivo per cui, però, ci siano queste differenze tra uomini e donne è ancora oggetto di ricerca.