Il trucco per cuocere alla perfezione le uova sode: il metodo è praticamente scientifico e il risultato assicurato.
Chi non ha mai lottato con l’arte di cuocere le uova sode? Con la sua delicatezza da maestro zen e l’imprevedibilità di un thriller psicologico, ottenere un uovo sodo perfetto sembra spesso una questione di fortuna. Per non parlare poi del momento della sbucciatura: quante volte ci siamo trovati in difficoltà proprio nel momento fatidico di rimuovere la buccia dell’uovo?
Finalmente, la scienza ha messo ordine nel caos dell’uovo sodo, con una scoperta che promette di rivoluzionare la cucina di tutti i giorni. Si tratta di una tecnica che, a quanto pare, è la chiave per ottenere il tuorlo cremoso e l’albume sodo senza rischiare l’effetto gomma. Insomma, gli scienziati hanno risolto uno dei problemi più annosi della cucina tradizionale.
Qual è dunque la ricetta segreta che è di fatto un metodo scientifico? Preparatevi a un balletto di immersioni rapide tra acqua bollente e tiepida. Si parte immergendo le uova in acqua bollente per 2 minuti, poi si trasferiscono in acqua a 30°C per altri 2 minuti, e così via, ripetendo questo ciclo per ben 32 minuti. Sì, 32 minuti di pura precisione, dove ogni secondo conta.
Armato di termometro e cronometro, ho già provato a casa mia questo stesso metodo, che sebbene un po’ arzigogolato è senza dubbio di sicuro successo. Dopo aver tolto le uova dal frigorifero, mi sono messo all’opera. Ho iniziato a immergerle nell’acqua bollente, poi nell’acqua tiepida, tant’è che a un certo punto ho pensato a quelle povere uova e a cosa avrebbero detto se avessero potuto parlare.
Dopo 10 minuti, la situazione stava per sfuggirmi di mano: l’acqua non restava mai abbastanza calda e, scioccamente, non avevo abbastanza acqua nella pentola. L’esperienza mi insegna che magari la prossima volta dovrò usare una pentola più grande, ma intanto si avvicinava per me e soprattutto per quelle uova che stavo lessando il momento della verità.
Al termine dei fatidici 32 minuti, il mio uovo era pronto per essere sgusciato. E non solo era pronto, ma il guscio si è staccato con una facilità disarmante: un albume sodo ma delicato, senza tracce di gommosità, e un tuorlo così cremoso che sembrava un piccolo capolavoro gastronomico. Chiaramente, ci vuole del tempo e non sempre questo c’è, ma di tanto in tanto – soprattutto nelle occasioni speciali – posso riprovarci.
Sebbene l’esecuzione di questa tecnica richieda un po’ di impegno e attenzione, devo ammettere che i risultati sono spettacolari. Per cui, la prossima volta che dovrò preparare uova per ramen, posso rilanciare questa ricetta che mi ha piacevolmente stupito. A proposito di uova, hai mai sentito parlare di finte uova strapazzate veg e gluten free: preparale così sono buonissime.