Rinomato per le sue proprietà, ma davvero il sale rosa dell’Himalaya è così benefico come si dice? Scopriamo i falsi miti di quello che sembra soprattutto un prodotto alla moda.
Nei diversi tipi di sale usati in cucina è entrato a gamba tesa negli ultimi anni anche il sale rosa dell’Himalaya. Secondo i suoi fautori, questo sale avrebbe proprietà diuretiche, ma anche tonificanti, disintossicanti, depuranti e con in più la capacità di aiutare a prevenire gli ictus e stimolare il desiderio sessuale.
Insomma, è stato presentato come un vero e proprio elisir di lunga vita, ma è davvero così? Cerchiamo di capire se si tratta di verità assolute o se sono solo trovate di marketing che hanno lanciato una grande moda alimentare.
I falsi miti da sfatare sul sale himalayano
Parliamo intanto delle proprietà diuretiche: a quanto pare non solo sarebbero forti quelle del sale rosa ma si parla addirittura di un vero e proprio alleato contro la ritenzione idrica. Un po’ un controsenso pensare che il sale abbia proprietà diuretiche, no? E per combattere veramente la ritenzione dovremmo fare altro che affidarci al sale.
Inoltre, da un punto di vista nutrizionale non batte il comune sale bianco che almeno contiene iodio mentre il sale rosa no. Tra l’altro, diverse ricerche a campione hanno dimostrato che delle fantomatici 84 oligoelementi che lo rendono così speciale e benefico, ne sono contenuti al massimo 20, tra i quali anche veleni come il mercurio e l’arsenico, centro non in quantità tali da renderlo nocivo.
Non è vero poi che non contiene o contiene meno cloruro di sodio, perché anche qui arriviamo al 97% come qualsiasi altro sale.
Infine il colore, che non è una caratteristica che lo può rendere chissà quanto pregiato visto che è determinato dalla presenza di ferro, non in quantità tali da renderlo una fonte certa e sicura di questo minerale visto che le quantità sono estremamente minime e permettono appena la colorazione dei granelli.
Forse ciò che attrae di questo sale rosa è il nome “esotico” dell’Himalaya che magari associamo ai monaci buddhisti, alla loro calma e longevità; in realtà, e questo è l’ultimo mito da sfatare, il sale rosa non proviene da questa lunga catena montuosa asiatica, ma dalle miniere situate nella provincia del Punjab in Pakistan.
Nel complesso però è chiaro che, anche in base al prezzo di vendita, il sale rosa dell’Himalya non offre niente di più o di diverso dalle altre tipologie di sale presenti sul mercato.