Ristoranti etnici: in Italia è irregolare il 50% dei locali

La cucina etnica negli ultimi anni ha beneficiato di un autentico boom, ma secondo un bilancio del Ministero dell Salute la metà dei ristoranti etnici sarebbe non conformi alle normative di sicurezza.

Irregolarità rilevate in metà dei ristoranti di cibi etnici e sequestri effettuati per oltre 128 tonnellate. Lo scorso maggio sono state svolte verifiche sul territorio nazionale nelle strutture appartenenti alla filiera della commercializzazione e somministrazione di prodotti alimentari etnici.

Particolare attenzione è stata riservata agli esercizi di ristorazione veloce e a quelli che adottano la formula ‘all you can eat’ per accertare che mantengano i livelli essenziali di corretta prassi igienica e la fornitura di materie prime idonee ad assicurare un livello accettabile di sicurezza per il consumatore – ha spiegato il generale di divisione Adelmo Lusi all’AdnKronos – Nel solo mese di maggio 2019, periodo nel quale è stato rafforzato il dispositivo di controllo allo specifico settore, i Nas hanno effettuato 515 ispezioni che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in 242 strutture (pari al 47% circa degli obiettivi controllati)”.

Il 48% dei locali ispezionati ha presentato delle irregolarità, mentre tale valore si riduce al 41% nei controlli a grossisti e depositi di alimenti etnici.

“Il piano di controlli – specifica il generale Lusi – è stato realizzato con una metodologia finalizzata alla verifica del puntuale a rigoroso rispetto delle procedure di preparazione, conservazione e somministrazione degli alimenti, dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e degli esercizi di vendita al dettaglio di prodotti preconfezionati, del mantenimento della catena del freddo soprattutto in relazione ai cibi da mangiare crudi, estendendo la vigilanza anche ai canali di importazione e distribuzione delle derrate alimentari e delle materie prime provenienti da Paesi esteri, gestiti da aziende di commercio all’ingrosso, di deposito e di trasporto”.

Secondo quanto riferito dal Nas e dal ministero della Salute, le principali irregolarità riguaderebbero alimenti in cattivo stato di conservazione, procedure preventive di autocontrollo aziendali inosservate o addirittura mai predisposte, utilizzo di alimenti con etichettature non in lingua italiana o prive di informazioni utili per ricostruirne la rintracciabilità, in alcuni casi materie prime di origine animale provenienti da Stati asiatici importate in violazione ai divieti esistenti.

Sono state sequestrate 128 tonnellate di prodotti ittici, carnei e vegetali per un valore commerciale di circa 232mila euro. Senza contare l’uso di magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, cucine mantenute in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori, che hanno comportato l’applicazione di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività a carico di 22 imprese commerciali.

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