Ricco di sostanze nutritive utili all’organismo, il riso rosso non contiene glutine e si distingue dal riso rosso fermentato per la colorazione naturale.
Originario del sud est asiatico, da tempi recenti è coltivato anche in Italia, in particolare nella Pianura Padana. Riconoscibile per il suo aroma con un leggero retrogusto di nocciole e per la sua forma allungata oltre che per il colore.
Quattro volte più ricchi di fibre, il riso integrale, il riso nero e il riso rosso, rispetto al riso lavorato bianco, proprio perché sono meno lavorati di quello bianco. Da non confondere con il riso rosso fermentato. Il riso rosso, ha una pellicola rossa naturale che dona il colore caratteristico.
Il riso rosso fermentato è il riso bianco che assume il colore rosso per via di un processo di lievitazione che avviene unendolo a dei funghi, un lievito, che produce una sostanza che abbassa il colesterolo, Il riso rosso fermentato è da utilizzare con moderazione soprattutto da chi ha problemi epatici.
Quali sono le proprietà del riso rosso?
Essendo un riso poco lavorato mantiene la caratteristica di integrale e quindi necessita di un tempo più lungo per cuocere. Ricco di magnesio, fosforo e proteine vegetali, possiede una buona quantità di polifenoli che possiamo trovare nel riso di tipo integrale.
Come tutti i cereali integrali anche il riso rosso riduce il rischio di malattie cardiovascolari e di obesità e diabete di tipo II. Riso rosso e riso nero hanno una quantità superiore di flavonoidi e polifenoli che donano un alto potere antiossidante e prevengono malattie croniche.
Si adatta bene alle più conosciute ricette che utilizziamo per il riso bianco. Avendo un retrogusto che ricorda le nocciole, questa frutta secca può essere utilizzata per preparare dei piatti che accentuano questo sapore, rendendoli gustosi e prelibati.
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In generale, l’Italia è il maggior produttore di riso in tutta Europa con un fatturato annuo che supera 1miliardo di euro ed anche i tipi di riso come il riso rosso, hanno subito un notevole incremento nel consumo e quindi nella superficie utilizzata per la coltivazione. E tu, l’hai provato?