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Riso “classico”: dal 2018 più certezze per i consumatori

Dal febbraio 2018 sarà in vigore il decreto interministeriale che fissa l’obbligo di etichettatura d’origine per il riso italiano. Con l’etichetta trasparente i consumatori non saranno tratti più in inganno acquistando riso importato e spacciato per Made in Italy e potranno scegliere tra la qualità, la tipicità e la sostenibilità del prodotto nazionale e quello di importazione.

Sulle confezioni di riso arriva l’indicazione “classico” solo nel caso in cui sia presente una delle varietà nazionali tradizionali (Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano e S.Andrea) e a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale. Lo annuncia la Coldiretti in occasione dell’appuntamento “Il riso è tutto uguale? Ma che riso è?” organizzato con la Coutenza Canali Cavour, la Società geografica italiana e l’Anbi nell’ambito del 150° anniversario del Canale Cavour.

Fino ad oggi con l’etichettatura “classico” vengono commercializzate in Italia anche altre tipologie di riso e non è facile poter ottenere una confezione in purezza con solo riso Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano o S.Andrea. “Si aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 e i consumatori – sottolinea la Coldiretti – avranno finalmente l’opportunità di scegliere la qualità e la tipicità delle varietà più tradizionali in purezza a sostegno delle coltivazioni nazionali messe sotto assedio dalle importazioni incontrollate con la pubblicazione in Gazzetta della nuova riforma del mercato interno del riso che prevede necessario adeguamento debba completarsi entro il 7 dicembre 2017”.

Un pacco di riso su quattro venduto in Italia contiene prodotto straniero, spesso importato da Paesi dove non sono rispettati gli stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza. La metà del riso importato arriva infatti dall’Asia, in particolar modo dall’India, che è il principale esportatore asiatico di riso in Italia seguito da Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania, che è diventata uno dei principali fornitori dell’Italia. Tutto a scapito del riso italiano che è di ottima qualità: secondo i dati Coldiretti l’Italia si conferma il maggior produttore europeo nonostante il lungo periodo di siccità che ha attanagliato l’agricoltura del Bel paese.