Come la storia di Tereza, insegnante di yoga, ci può insegnare a fare attenzione a come cucinare il pollo per non rischiare la vita.
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Viene da Bali storia di Tereza giovane donna originaria della Repubblica Ceca che sull’isola paradisiaca si era trasferita per fare l’istruttrice di yoga. Ed è a Bali, Paese che l’ha accolta, che Tereza a causa di una zuppa di pollo stava per perdere la vita. Un monito su quanto sia importante la sicurezza alimentare; dal dove acquistiamo i prodotti a come li cuciniamo.
Salutista, appassionata di arrampicata e boxe, Tereza si è trova nel giro di pochi a giorni a lottare contro la morte. Si prepara per tornare dalla famiglia nel paese natìo e qualche giorno prima acquista un pollo al mercato dell’isola per prepararlo in una zuppa. Da subito nota un taglio su un dito ma non vi presta troppa attenzione, peccato che questo diventi la porta di accesso per Campylobacter, un batterio che nel giro di poco tempo arriva e attacca l’intestino.
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Infezioni alimentari
La storia di Treza mostra come anche un pollo ben cotto non escluda la possibilità di contrarre infezioni alimentari. Perché in cucina ogni passaggio è fondamentale.
Una volta consumato il pollo, Tereza nei primi giorni sente solo un senso di stanchezza che associa al viaggio appena compiuto che l’ha riportata in patria. Tuttavia in poco tempo arrivano i sintomi più pesanti, brividi e febbre alta: “Non ho mangiato il pollo crudo, ma l’infezione ha attaccato il mio corpo attraverso l’unghia“.
Dopo un primo ricovero in ospedale che evidenzia un’infezione intestinale, Tereza viene mandata a casa con un prescrizione di paracetamolo. Quello che i medici non avevano capito era che la giovane aveva contratto la sepsi.
L’ostinazione e i sintomi riportano Tereza in ospedale e questa volta ci si rende conto della gravità della situazione: “Gli antibiotici avevano smesso di funzionare e i valori infiammatori erano saliti di nuovo. C’era un’altra fonte di infezione nel mio corpo: il mio cuore cominciava a non funzionare più e avevo acqua nei polmoni”. Nonostante le possibilità di sopravvivenza siano inferiori al 10% Tereza, dopo un’operazione e lunga convalescenza, si salva dalla sepsi e da allora si occupa di far conoscere al mondo questa condizione, per una maggiore consapevolezza alimentare.
La sepsi, infatti, è un’infezione che colpisce gli organi simultaneamente e determina la loro disfunzione. Nei fatti il nostro stesso corpo si attacca da solo per difendersi da un’infezione le cui cause possono essere disparate. In ambito alimentare, in particolare, si segnala come la listeria sia un batterio che può determinare anche sepsi.
La storia di Tereza ci insegna, quindi, che anche solo lavare un alimento può essere fonte di infezione alimentare. Ma come fare per evitare tutto questo? È necessario avere alcuni accorgimenti.
Le verdure vanno sempre lavate scrupolosamente anche se abbiamo acquistato verdure in busta; le carni crude, che come mostra la storia di Tereza sono una delle principali fonti di infezione alimentare, vanno preparate separatamente dagli altri ingredienti, magari tagliandole con coltello diverso e su un tagliere diverso.
Per prodotti come latte o formaggi è meglio consumare quelli pastorizzati. Soprattutto bisogna lavare scrupolosamente le mani dopo aver maneggiato alimenti crudi, discorso che vale anche per utensili e lavandino o ripiani su cui sono stati a contatto.