Non è solo il sapore che conta. Ci sono parametri di determinate caratteristiche etiche da rispettare ed alcuni marchi non lo fanno. Scopriamo quali sono.
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Non è solo la bontà del sapore del cioccolato quello che conta. Dietro la produzione di questo prodotto tanto amato e consumato, ci sono fattori di trasparenza ed etica ambientale che non possono essere trascurati.
Una recente indagine della Chocolate Company Scorecard di questi primi mesi del 2022 ha valutato secondo questi parametri i marchi più diffusi in commercio e più conosciuti come produttori di cioccolato a livello mondiale.
I parametri a cui si sono attenuti nel valutare riguardano in primo luogo la trasparenza e la tracciabilità, il lavoro considerando se viene utilizzato quello minorile, il reddito dei lavoratori del settore.
Ma non solo, sono stati considerati anche problemi come la deforestazione e il clima e il ruolo che questi marchi hanno al riguardo.
In particolare si è posta l’attenzione sul modo di coltivare il cacao preservando l’ambiente, quindi con un intento ecologico.
Ed inoltre, l’eventuale uso di pesticidi che viene fatto in quella che è la gestione agrochimica.
I peggiori marchi che non rispettano i giusti parametri etici
In assoluto tra i peggiori si colloca Storck, storico marchio produttore di Toffifay, Merci e Werther’s. Questa ed altre aziende produttrici si è rifiutata di partecipare all’indagine non comunicando i dati richiesti.
Questo atteggiamento è stato giudicato molto negativamente soprattutto per l’assenza di trasparenza e questo certamente ha contribuito a farle entrare nella classifica delle aziende non ecologicamente corrette.
Anche General Mills e nientemeno che il celebre Starbucks sono finiti nell’elenco dei peggiori con la valutazione secondo cui l’azienda è “priva della trasparenza che i consumatori ora si aspettano”.
Altri marchi si sono classificati a seguire e hanno ricevuto un punteggio negativo di uova rosse con la dicitura “dovrebbe fare progressi per raggiungere il mercato”.
Tra questi marchi, più o meno conosciuti, rientrano Meji, Morinaga Dars, ma anche Glico e un nome molto famoso, quello di Kellogg’s, il noto brand di cereali e prodotti per la colazione molti dei quali con all’interno appunto il cioccolato.
Ciò che è stato penalizzante per queste aziende è stata sicuramente la mancata adesione all’indagine, perché la Chocolate Collective ha espressamente dichiarato che “tutte le aziende che vendono prodotti a base di cioccolato dovrebbero essere in grado di fornire le informazioni che chiediamo e consumatori e investitori hanno il diritto di conoscere le condizioni in cui viene prodotto il cioccolato”