Quanto costa oggi un chilo di pasta? Troppo, e le autorità non hanno ben compreso il perché. Si teme una speculazione.
Il prezzo della pasta aumenta ancora ma c’è qualcosa che non va e per fare luce sulla questione è intervenuto ora in presa diretta il Governo. Infatti Adolfo Urso, che occupa la poltrona del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha inoltrato una formale richiesta al Garante per la sorveglianza dei prezzi di fare chiarezza sulla questione.
Infatti si è notata una discrepanza tra quello che è l’andamento attuale delle quotazioni di mercato del grano duro ed il prezzo della pasta che aumenta: a marzo è stato riscontrato un +17,5% rispetto a quello che era lo stesso mese del 2022. Ma non se ne trova un motivo valido.
Perché il prezzo della pasta aumenta? Quanto costa adesso
Maggiori informazioni si avranno a pomeriggio inoltrato del prossimo 11 maggio, quando ci sarà una riunione che richiederà la presenza dei soggetti coinvolti. Ed anche diverse associazioni a tutela degli interessi dei consumatori intendono capirne di più.
In alcune parti d’Italia attualmente un chilo di pasta costa in media poco più di 2,40 euro. Le città più care in tal senso sono Ancora, poi Modena (2,41 euro/kg), Cagliari (2,40 euro/kg), Bologna (2,39 euro/kg) e Genova (2,38 euro al kg). A Cosenza, Palermo e Siracusa invece si ha un rapporto prezzo al chilo di 1, 50 euro, valori ritenuti nella norma.
Questi rincari sono avvenuti più in alcune regioni che in altre. Per esempio è in Toscana che hanno avuto luogo le impennate più marcate. In particolar modo a Firenze, Pistoia e Siena, dove il prezzo della pasta è aumentato in un anno del 51% in media rispetto a marzo dell’anno passato.
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Molto più contenuti i rincari in altre zone, per esempio ad Alessandria (solamente +4,6%), Napoli e Sassari (+9,9%). La media nazionale di un chilo di pasta è di 2,13 euro/kg al momento, e gli aumenti sono del +25,3%.
Alla luce di tutto ciò si teme che possano esserci dei fenomeni di speculazione, con il Codacons che ha sollecitato l’intervento dell’Antitrust. Questa spesa va a gravare per circa 25 euro e mezzo all’anno sulle famiglie quando potrebbe e probabilmente dovrebbe risultare inferiore, anche non di poco.
Invece è sceso il prezzo del grano
La riunione fissata per la prossima settimana avrà il compito di capire per quale ragione la pasta sia aumentata in questo modo. Perché il dato più significativo e che è in assoluta antitesi con questi rialzi del prezzo di vendita della pasta risiede in quello che è invece un calo importante del prezzo del frumento duro italiano.
Calo che si attesta sul -28,3%. Se il prezzo della materia prima necessaria per produrre la pasta è sceso, perché il prezzo di vendita che i consumatori devono pagare all’acquisto per la stessa è invece aumentato? Anche perché i raccolti esteri che erano andati male nel 2021, sono invece andati molto bene nel 2022.
Per le associazioni di consumatori e per esponenti di Governo coinvolti in questa situazione, la discrepanza difficilmente si può spiegare con bollette di luce e gas elevate che gli impianti di produzione devono pagare e con i prezzi elevati delle materie prime necessarie per completare i procedimenti industriali.