Un’indagine del 2020 aveva evidenziato dei trattamenti illegali ed agghiaccianti verso questi animali. Ad oggi invece è emersa la multa fatta al fornitore dopo aver falciato con una motozappa dei polli malati AIA. Scopriamo insieme a quanto ammonta.
Le condizioni in cui riversano gli animali negli allevamenti intensivi non è una notizia dell’ultimo minuto che può creare uno scalpore immenso.
Tutto ciò è già noto da tempo: gli esseri in questione vengono nutriti con mangimi iperproteici per velocizzarne la crescita, stipati in capannoni che possono contenere 30.000 esemplari, anche 20 per metro quadro e gli viene impedita la possibilità di visitare l’aria aperta.
I polli sono una delle specie più colpite sotto questo punto di vista data l’ampissima richiesta della loro carne che c’è sul mercato.
Ma la crudeltà umana non termina qui: qualche tempo fa è stato scoperto un fornitore di AIA falciare con la motozappa alcuni polli malati. A distanza di tempo è stata emessa la multa che esso dovrà pagare. Piccolo spoiler: è veramente minima per l’atto compiuto.
PER NON PERDERTI NESSUN AGGIORNAMENTO SEGUICI SUL NOSTRO INSTAGRAM
L’uomo era stato assunto nel 2020 da un’azienda piemontese di allevamenti intensivi di polli: la scena che si era ritrovato davanti era quella classica ovvero animali imbottiti di antibiotici, chiusi in capannoni in sovraffollamento e che possedevano problemi anche a camminare.
Poi i maltrattamenti: i polli venivano calciati per essere caricati dentro i furgoni o venivano falciati con la motozappa se troppo malati e impossibilitati ad essere carne da macello.
Non possedevano migliore sorte nemmeno i pulcini che se scartati dalla selezione venivano lanciati da altezze considerevoli provocando la rottura di arti o il decesso degli stessi.
Fortunatamente, l’associazione Essere Animali è intervenuta sugli accadimenti: tramite un investigatore con la telecamera nascosta è riuscita a smascherare gli abusi protratti.
Ad oggi è stata resa nota la multa imposta all’individuo in questione: è molto bassa se si pensa che tale persona gettava animali ancora vivi ma scartati dall’azienda nelle fosse comuni dove risiedevano i cadaveri.
La somma che esso dovrà pagare sarà di 3000 euro: il team di Essere Animali non si ritiene soddisfatto ovviamente dell’accaduto.
Molti passi avanti bisognerà ancora fare per tutelare i diritti degli animali: essere in un macello non equivale ad essere in un campo di concentramento.