Il 17 gennaio è stato la giornata mondiale della pizza, prodotto-icona del mangiare italiano. Secondo ultimi dati rilevati dal Centro Studi Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) la produzione giornaliera in tutto il Paese è di 8 milioni di pizze, due miliardi l’anno.
In Italia ci sono 127 mila imprese che preparano la pizza, di cui 76.357 sono veri e propri esercizi di ristorazione, 40mila sono ristoranti-pizzerie e circa 36.300 bar-pizzerie. I pizzaioli impiegati nell’attività – si legge invece in una nota – sono quasi 105 mila, ma superano i 200mila nei fine settimana. Dal punto di vista della preferenza del gusto vince la pizza tradizionale sulla gourmet: a scegliere la prima sono 8 italiani su 10. La fascia di prezzo non supera in un caso su due i 7 euro. Gli italiani preferiscono la pizza tonda rispetto agli altri formati, l’impasto con farina 00, la cottura nel forno a pietra ed è preferibile consumarla al tavolo anziché portarla a casa.
L’Italia è entrata nel Guinness World Record nel 2016 realizzando la ‘Pizza più lunga del mondo’ a Napoli, giorno in cui 5 forni a legna appositamente progettati e costruiti esclusivamente per l’occasione, riuscirono a cuocere 1853,88 metri di pizza. Non poteva che essere il paese di origine della pizza a detenere questo record. Ricordiamo che la nascita della pizza margherita è documentata da una lettera del capo dei servizi di tavola della Real Casa Camillo Galli che nel giugno del 1889 convocava il cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi al Palazzo di Capodimonte, residenza estiva della famiglia reale, perché preparasse per Sua Maestà la Regina Margherita la pizza che per la prima volta venne realizzata con pomodoro, mozzarella e basilico, che rappresentavano la bandiera italiana.