A Viterbo da ormai 4 anni si è affermata come una delle pizzerie migliori della zona. Da Amarcord ecco la pizza 2.0 di Brachino, protagonista con una proposta nuova e inedita.
Non chiamiamola pizza “gourmet”, termine fin troppo francese, lontano dalla nostra tradizione gastronomica e forse inadatto al mondo pizzeria. Chiamiamola, piuttosto, pizza “contemporanea”. È il nuovo modo di vedere, intendere e realizzare questo prodotto così radicato nella nostra tradizione culinaria di Corrado Brachino, giovane pizzaiolo di 32 anni che dopo una lunga gavetta in Italia e all’estero (e dopo numerosi riconoscimenti, tra cui un Guinness World Record) ha aperto a Viterbo, non lontano dal suo paese d’origine, il suo locale. Appunto, una “pizzeria contemporanea”. Contemporanea negli arredi: alle mura in mattoni di un edificio del centro storico Corrado ha aggiunto particolari e arredi di più moderno respiro e taglio. Contemporanea nel modo di intendere e realizzare la pizza: grande selezione di prodotti locali, di qualità, e una proposta che sfugge (ma comunque non disdegna) dalla tradizione classica, ma che la tradizione la usa come trampolino di lancio per nuove proposte, inedite e in continuo mutamento. Da Amarcord troviamo certamente i “must” come Margherita, Diavola, Quattro Stagioni ecc, ma è nella carta “contemporanea” che Corrado riesce a esprimere tutta la sua fantasia e identità. Ecco dunque che la sua pizza segue la stagionalità, con prodotti sempre diversi appositamente selezionati da piccole aziende locali.
La sua strada Corrado l’ha trovata abbastanza tardi, a 20 anni, ma comunque in tempo per intraprendere un percorso che l’ha portato dove è oggi. Ci racconta infatti che per lui l’incontro con il mondo pizza è stato un colpo di fulmine: “A 20 anni ho vissuto un’esperienza un giorno che mi ha fatto capire chiaramente quale fosse la mia strada. Ho capito che non era la cucina il mio mondo, ma il mondo pizza. Da quel giorno ho avuto le idee chiare“. Una proposta quella di Brachino che accoglie una richiesta sempre più “contemporanea” di un cliente che negli anni è diventato un consumatore maggiormente consapevole: “Mi sono accorto che i clienti sono più attenti a quello che mangiano. Si va più alla ricerca del piccolo produttore, del prodotto di nicchia, è cambiato il modo di pensare. Prodotti che la gente non assaggerà mai se non andando da chi li produce o da chi li usa in locali come il mio, perché nella grande distribuzione non li troverai mai”. L’approccio nel voler dare quasi una nuova natura a un prodotto tradizionale e radicato come la pizza, per Corrado, si basa sul rispetto della tradizione stessa. Un rispetto però che non deve essere vincolante e limitante: “La pizza nasce come cultura e nessuno può avere, secondo me, quasi la superbia di andare a smuovere una cultura, una tradizione così radicata. La pizza intesa nel senso classico del termine deve certamente rimanere una cosa popolare, ma questo non vuol dire che bisogna essere troppo vincolati alla tradizione“. È anche grazie a questo nuovo approccio che il mondo pizza, negli ultimi anni, è riuscito a ritagliarsi un importante spazio nel mondo gastronomico contemporaneo. Per merito di interpreti, a livello nazionale, che sono riusciti a dare questo nuovo “taglio” alla concezione del prodotto. “Secondo me” afferma Brachino “il mondo pizza è riuscito negli ultimi anni a ritrovare una propria identità e definizione ben precisa anche grazie a questo progressivo distaccamento verso le tradizione, andando a cercare nuove proposte, abbinamenti, ingredienti, costruzioni culinarie e creative. La concezione del classico rimane comunque intramontabile“. Parlando però di uno degli aspetti che il cliente tiene più non possiamo non fare una domanda sul prezzo di queste “pizze 2-0”. I prezzi, insomma, possono spaventare? “Penso che bisognerebbe andare oltre il concetto del prezzo” afferma Corrado. “Magari qualcuno può storcere il naso nel vedere 18, 19 o 20€ in listino ma bisogna far capire che alla base non è una pizza tradizionale, bisogna entrare nella mentalità che si sta mangiando una cosa diversa dal prodotto al quale siamo abituati, con impasti costruiti nel tempo, a volte anche di 4 giorni, ingredienti differenti, autentici e ricercati, che ovviamente vanno anche a influire sul costo finale“.