È uscito da pochi giorni “Piccolo atlante dei cibi perduti“, dove l’autore Alberto Capatti, storico della gastronomia italiana, racchiude le ricette e i rimedi delle nonne. Tutti sappiamo poi, quanto siano gustose le prime ed efficaci i secondi.
Quante volte ci siamo affidati ai rimedi delle nonne per problemi che sembravano insormontabili e grazie ai loro consigli si sono trasformati in soluzioni pratiche?
O ancora quante volte abbiamo fattogli visita e ci hanno preparato un pranzo squisito realizzato con le loro ricette segretissime, annotate su un foglietto di carta?
Questa è la trama del nuovo libro di Alberto Capatti, storico della gastronomia italiana e primo rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, intitolato “Piccolo atlante dei cibi perduti“.
In questo volume l’autore raccoglie più di 80 ingredienti, ricette, pratiche della cucina e rimedi. Essi di volta in volta si sono tramandati su pezzettini di carta, fino alle nostre nonne.
La fatica più grande per Capatti è stata reperire tutte queste informazioni e nozioni, disperse dal tempo e dallo spazio. Molte sono state rintracciate all’interno di manuali quasi introvabili che contano decine di anni.
Il volume è acquistabile nelle librerie ma anche negli store digitali (qui il link per farlo) ed è stato prodotto da Slow Food Editore.
Le fonti sono le più varie: ricettari iconici della cucina italiana, saggi contemporanei, ma anche canzoni di Guccini sono uno spunto per recuperare ciò che andato perso nel tempo.
Una delle più intriganti è sicuramente il “Budino d’Irene” ritrovato da Capatti in un foglietto volante all’interno di un piccolo diario di ricette scritte a mano.
Sul foglietto è vistosa la scritta “Italy“, la quale lascia presagire l’esternalizzazione della cucina italiana portata all’estero da qualche massaia.
Si continua poi con la “Scarpaza“, una torta di pane facile da eseguire e molto economica, specialità delle nonne della valle del di Blenio, nel Ticino.
Su di essa, scrive Capatti sul suo libro “Una torta può diffondersi o rarefarsi o sparire soprattutto se ha origine domestica e se ha come ingrediente il pangrattato, e quindi prende il posto di paste e minestre. La nonna ticinese veglia sulla singolarità propria e altrui sulle culture alimentari locali.”
Come già detto in precedenza, l’autore del tomo non si limita a descrivere e a raccogliere vecchie ricette. D’altro canto espande la sua ricerca anche ai vecchi rimedi delle nonne, che si sa.. sono i più efficaci!
Ecco dunque che l’abalon e lo yogurt diventano alimenti indispensabili per la cura delle sbornie: provare il rimedio per credere.
Allo stesso modo il bicarbonato veniva usato sia per far lievitare i dolci sia come base per la creazioni di detergenti e detersivi fatti in casa.
In conclusione, è un libro che consigliamo vivamente per riscoprire il passato con un occhio sul presente dove le nonne di tutto il mondo vegliano su di noi.