La piattaforma TasteAtlas ha eletto il piatto più buono al mondo: è di origini italiane, e contribuisce a tenere alto l’onore della nostra gastronomia. Curiosi di scoprire quale sia?
Paese che vai, ricetta che trovi. Una massima che potrebbe valere per qualunque Nazione del mondo, ma che, nel caso dell’Italia, sarebbe più opportuno modificare con la seguente espressione: regione che vai, ricetta che trovi.
Sì, perché nel Bel Paese la tradizione culinaria non si compone solamente di piatti ormai divenuti “mainstream” (quali il ragù alla bolognese, il pesto alla genovese, e persino un dolce amatissimo come il tiramisù, che ormai possono essere reperiti in tutte le regioni d’Italia). La gastronomia della Penisola, in aggiunta a ciò, è ricca di tipicità, preparazioni e ricette che si sono sviluppate nei più piccoli borghi del Bel Paese, e che, tuttora, potreste gustare nella loro versione originale solamente recandovi in loco.
Ciò premesso, la domanda che viene spontaneo porsi, quando si tratta dei piatti tipici della nostra Nazione, è la seguente: esiste una preparazione che possa essere eletta come la migliore al mondo? Secondo la guida online TasteAtlas, essa non solo esisterebbe, ma non farebbe neanche parte di quel ventaglio di ricette ormai celebri in ogni dove (dalla carbonara all’amatriciana, dal cannolo siciliano alla pizza napoletana). Curiosi di capire quale piatto sia stato eletto come il più buono del mondo?
La guida online TasteAtlas, fondata con l’obiettivo di traghettare gli utenti in un viaggio tra ricette caratteristiche e tipicità delle varie Nazioni, ha recentemente eletto il miglior piatto al mondo. Ovviamente, esso non avrebbe potuto non essere un piatto della tradizione gastronomica del Bel Paese, ormai rinomata e replicata in tutto il globo.
Di quale preparazione stiamo parlando? Non della cacio e pepe romana, né del fegato alla veneziana tipico del Veneto: la preparazione che è riuscita a spuntarla su tutte le altre sono proprio le pappardelle al sugo di cinghiale. Una pietanza che ha origini toscane, più precisamente nella zona della Maremma, e che si caratterizza, oltre che per la particolarità dell’ingrediente principale, anche per il formato insolito della pasta.
Le pappardelle, nella fattispecie, sono una pasta all’uovo derivante dal medesimo ramo delle tagliatelle, ma con una larghezza di molto superiore (fino addirittura a 4 centimetri). Quest’ultime, in abbinamento ad un ragù di cinghiale – che riconoscereste anche a distanza, in virtù del suo sapore forte e deciso -, sono state elette come il miglior piatto di tutte le tradizioni culinarie.
Come prepararlo? Si comincia con un soffritto a base di sedano, carote e cipolla, a cui andrà aggiunto l’aglio tagliuzzato a pezzi grandi. Una volta che il soffritto sarà quasi ultimato, aggiungete trito di cinghiale, rosmarino e alloro sminuzzati per aromatizzare. Sfumate con del vino rosso, infine amalgamate la passata di pomodoro e lasciate cuocere a fiamma bassa per circa 3 ore.
Trascorso questo tempo, scolate le vostre pappardelle e versatele nella padella in cui avrete cotto il sugo, lasciando che terminino la cottura e che assorbano al meglio il ragù. Completate – laddove gradiste – con una spolverata di parmigiano, prima di servirle a tavola. La reazione dei vostri commensali non potrà che essere solo ed esclusivamente una: di fronte alle pappardelle al cinghiale, tutti sorrideranno ed approveranno all’unanimità.
Sebbene la ricetta nata nella Maremma toscana sia quella che è andata incontro ad un maggior successo, è pur vero che potreste assaggiare le pappardelle al cinghiale in moltissime altre zone d’Italia (nelle Marche, in Umbria, e persino nel Lazio). Ciascuna di queste regioni, ovviamente, vi proporrà la propria rivisitazione della tradizione originale.
Tra gli ingredienti aggiuntivi che potreste trovare, sono da menzionare i funghi, gli asparagi, il finocchietto selvatico (impiegato per conferire un aroma più deciso), e persino del macinato di maiale unito a quello di cinghiale. In determinati contesti troverete delle pappardelle al cinghiale bianche; in altri casi, anziché impiegare la classica passata di pomodoro, gli chef vi delizieranno con un sugo a base di pomodorini.
A prescindere dalla versione che andrete ad assaggiare in futuro, tenete sempre bene a mente una questione: vi starete approcciando al piatto che, secondo TasteAtlas, non ha eguali non solo a livello italiano, ma persino nel resto del mondo.