Il Parmigiano Reggiano Dop e il basilico arrivano sull’etichetta del pesto Barilla. e tra gli ingredienti dei prodotti trasformati per far viaggiare la qualità e la tipicità made in Italy.
Il Pesto alla Genovese Barilla, che omaggia la “Food Valley” emiliana, da dove arrivano le principali materie prime della nuova ricetta, presenta una nuova ricetta più equilibrata, con meno sale, l’esaltazione del basilico fresco e l’assenza di colorante o conservante aggiunto.
Il basilico utilizzato, sottolinea Barilla, è coltivato da agricoltori selezionati, per lo più localizzati nei pressi dello stabilimento di produzione di Rubbiano, 100% italiano. Qui vengono prodotte ogni anno circa 3.000 tonnellate di basilico, pari al 98% del totale, e lo stabilimento non solo si veste da contadino, ma entro il 2019 punta a obiettivi eco-friendly: un’ulteriore riduzione del -7% di emissioni CO2, del -9% di consumo idrici, oltre al raggiungimento del 95% dei rifiuti avviati a riciclo.
La Dop Parmigiano Reggiano si produce sostanzialmente come nove secoli fa: con gli stessi ingredienti (latte, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e con una tecnica di produzione che ha subito pochi cambiamenti nei secoli, grazie alla scelta di conservare una produzione del tutto naturale, senza l’uso di additivi. Per la sua produzione si usa latte crudo prodotto esclusivamente nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Mantova: un latte particolare, caratterizzato da una singolare e intensa attività batterica della flora microbica autoctona, influenzata da fattori ambientali.
L’approdo nel pesto del noto Gruppo alimentare è una ulteriore attestazione, sottolinea il Consorzio, della versatilità in cucina del Parmigiano Reggiano Dop, e segna una nuova frontiera commerciale per la filiera del tipico a denominazione. (ANSA).