Il problema della presenza di pesticidi e di glifosato all’interno della pasta può preoccupare. Ma ecco quale marca scegliere per stare tranquilli.
La pasta è senza dubbio uno degli alimenti più consumati nel nostro Paese. Ma si ripresenta periodicamente il problema che desta sempre molta preoccupazione tra i consumatori dei pesticidi e del glifosato che purtroppo si riscontra presente nel prodotto.
Di recente la rivista dei consumatori Il Salvagente ha reso pubblici i risultati di un test condotto dalla rivista svizzera K-tipp che è andaro a cercare residui di micotossine e pesticidi all’interno della pasta analizzando 18 marche.
Oltre al glifosato, è emersa anche la presenza di pirimifos-metil e della micotossina Denossivalenolo, chiamata anche “vomitossina”, che può risultare dannosa soprattutto per i bambini.
Il glifosato è un erbicida che viene molto utilizzato e sembra abbia possibili effetti cancerogeni. Anche se la quantità di sostanze rilevate rientrano nei limiti previsti dalla legge la cosa non manca però di destare preoccupazione.
Le marche migliori e le peggiori per contenuto di glifosato e pesticidi
Tra le marche in cui sono stati riscontrati maggiori contenuti di queste sostanze tossiche e quindi considerate negativamente ci sono la pasta Lidl, la Divella, la Garofalo e la Agnesi in particolare per la presenza di glifosato.
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Al contrario, tra le migliori marche, con un giudizio sicuramente positivo rientrano nello sepcifico gli spaghetti Lidl Combino Bio, ma anche gli spaghetti Barilla e le penne integrali Barilla.
Le aziende valutate in modo negativo hanno risposto alla ricerca effettuata dal Salvagente, in particolare, la Divella ci ha tenuto a precisare che le quantità di glifosato riscontrato sono infinitesimali e rientrano comunque in quelle previste dalla legge secondo cui non c’è nessun rischio cancerogeno.
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Anche la Garofalo ha voluto specificare la stessa cosa aggiungendo che l’azienda opera un attento e scrupoloso controllo su tutte le materie prime proprio per evitare la presenza di glifosato.
Agnesi ha specificato che il prodotto venuto in Italia è diverso da quello venduto in Svizzera da cui derivano i prodotti oggetto del test.
Sottolinea inoltre che il valore del glifosato trovato è oltre 250 volte inferiore al limite di legge e che hanno intensificato i processi di miglioramento per garantire ai consumatori prodotti con caratteristiche nutrizionali di sicurezza.