Le patatine fritte in busta non sono un prodotto salutare e genuino, ma è pur vero che il loro sapore è irresistibile. Del resto, chi non ha mai provato o non si lascia trascinare da un sacchetto di patatine fritte in busta? L’unico consiglio è di scegliere una marca di qualità, affinchè possiate consumare un prodotto sicuro e senza effetti collaterali.
Le patatine fritte nel sacchetto sono state inventate in America verso la metà dell’Ottocento, anche se secondo alcune fonti potrebbero risalire ad una ricetta inglese degli inizi del medesimo secolo. Questo celeberrimo snack è molto consumato soprattutto nel Regno Unito, con una quantità stimata di oltre 20 milioni di pacchetti al giorno.
Ma cosa rende queste patatine così attraenti, tanto da scatenare l’irrefrenabile effetto una tira l’altra? La risposta è semplice: il sale. Questo ingrediente induce le persone a consumarne di più, apportando un maggior numero di calorie e problematiche. Solitamente per confezionare un pacchetto di patatine fritte si utilizza una sola patata tagliata a fettine sottilissime.
Ogni confezione viene poi gonfiata con azoto gassoto per evitare che le patatine si rompano durante il trasporto e per tenere lontano l’ossigeno, che provocherebbe l’ossidazione del grasso contenuto nell’alimento facendole deteriorare più velocemente. Inoltre presentano un sacchetto argentato oppure opacizzato onde evitare che la luce del sole penetri all’interno.
In tal caso le patatine possono presentare quel bordicino verde che a volte notiamo sulle patatine. La parte verde della patata è clorofilla, che è innocua in se stessa. Tuttavia la clorofilla può contenere una sostanza chimica chiamata solanina, una tossina che può essere nociva se assunta in modeste quantità. Secondo alcuni studi per sentirsi male si dovrebbe mangiare una grossa patata di colore verde.