Pasta come è meglio: al dente o ben cotta? La risposta che ti stupisce

Non è solo questione di gusti. Tra mangiare la pasta al dente o molto cotta ci sono delle differenze e delle conseguenze sulla salute, scopriamo quali.

Di solito il tempo di cottura è indicato sulla confezione della pasta. Ma si tratta solo di un’indicazione consigliata, poi sta alle preferenze personali se lasciarla proprio quei minuti oppure uno in meno o qualcuno in più.

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Pasta al dente o ben cotta? – CheCucino

Noi italiani generalmente tendiamo a prediligere la pasta cosiddetta al dente perché la cottura seppure ultimata la mantiene ancora con una leggerissima punta di durezza che invece se prosegue ancora risulta scomparsa.

Molti stranieri al contrario quando cuociono la pasta italiana tendono a lasciarla andare un pò troppo tanto da farla diventare perfino molliccia.

La pasta scotta, cioè cotta troppo è alterata nel suo sapore e inficia l’intero effetto della pietanza facendo perdere gusto anche al condimento, qualunque sia.

Tra la pasta al dente e quella ben cotta ma non scotta ci sono comunque delle differenze che vanno oltre la predilezione personale.

Le proprietà nutrizionali della pasta sono strettamente collegate anche alla cottura, e ci sono effetti conseguenti sull’assimilazione e quindi sul nostro organismo.

Caratteristiche della pasta al dente e di quella ben cotta: ecco la scelta giusta

Innanzitutto va considerato il processo che attraversano il glutine e l’amido presenti nella pasta. Il primo ha una funzione di attrarre a sé e catturare l’amido che invece più tempo passa in acqua più si disperde sciogliendosi in essa.

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Pasta al dente – CheCucino

Così, la pasta al dente mantiene più intatte le proprietà nutrizionali e anche il sapore è più pieno e intenso. Inoltre il contenuto di zuccheri è più controllato perché il suo assorbimento avviene in modo graduale.

Si previene perciò un aumento repentino degli zuccheri nel sangue e soprattutto è meglio assimilabile per cui il processo digestivo è più semplice.

La pasta al dente è quindi più facile da digerire e più nutriente. Non altera il vero sapore che deve avere e qualsiasi tipo di condimento ha una resa migliore.

Differenze tra pasta fresca e secca

Si pone anche l’alternativa tra pasta fresca e secca. Nella prima è presente una percentuale più elevata di acqua proprio perché non è sottoposta al processo di essiccazione.

Nella pasta fresca è compresa anche la varietà all’uovo, e per entrambi i tipi ci sono delle peculiarità che non necessariamente fanno prevalere l’una sull’altra.

Sono solo due tipologie diverse da consumare in base alle situazioni. Se la pasta secca è indubbiamente più pratica perché ha una lunga conservazione, un costo minore, ha anche un tempo di cottura più lungo.

Quella fresca ha bisogno di pochi minuti per cuocere ma indubbiamente è considerata più per occasioni speciali, festose, che per la quotidianità.

Meno calorica e più digeribile la pasta fresca ha però questi elementi di vantaggio rispetto alla secca che però rimane la scelta più diffusa in particolare per pasti rapidi e per un largo consumo.

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Pasta fresca – CheCucino

Resta un altro quesito a cui possiamo però dare una risposta come fornita dagli esperti: quante volte alla settimana è bene mangiare pasta e quanta se ne può mangiare?

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