La pasta all’arrabbiata è un piatto tipico di Roma divenuto famoso in tutto il mondo. Ma dove nasce il nome di questo primo piatto?
La sua fama è arrivata anche grazie al film “Sette chili in sette giorni” e “La grande abbuffata e Roma”. Si tratta di una ricetta molto semplice e prevede pochissimi ingredienti, anche se esistono molte varianti. I ristoranti non propongono quasi più questo piatto, quindi è importante non perderne la memoria storica per evitare che finisca nel dimenticatoio.
La pasta all’arrabbiata è caratterizzata dalla presenza di aglio e peperoncino. Pare che l’appellativo “arrabbiata” derivi dal fatto che, mangiandone un piatto, si possa diventare paonazzi come quando si è in preda ad un attacco d’ira.
La ricetta tradizionale della pasta all’arrabbiata prevede: penne rigate o lisce, pomodori a pezzi, aglio, peperoncino fresco, olio, pecorino romano e prezzemolo. Basta soffriggere l’olio con uno spicchio d’aglio, addizionare il peperoncino e poi i pomodori, cuocendo fino ad ottenere un sugo ristretto. La pasta va portata a cottura a parte, poi unita al sughetto e mantecata con il pecorino. Infine aggiungete una tritata di prezzemolo a crudo. Ultimo consiglio: utilizzate prodotti di qualità!
Una delle varianti più conosciute della pasta all’arrabbiata non prevede l’uso del pecorino romano, altri sostituiscono l’aglio con la cipolla, o li soffriggono entrambi, anche se così facendo diventa un po’ indigesta. Altri ancora aggiungono funghi e pancetta. Molto saporita, ma non chiamatela “all’arrabbiata”.