Panna da cucina, fa male alla salute? Tutta la verità: cosa devi sapere

Tutti usiamo la panna da cucina per preparare piatti sfiziosi. Ma sapete se essa fa male per la salute dell’organismo? Andiamo a scoprirlo insieme secondo le direttive degli esperti del settore.

Panna da cucina fa male salute
Panna da cucina ( marcelkessler da Pixabay)

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Con la panna da cucina si possono realizzare numerosissime ricette sfiziose e gustose da mangiare: uno dei must della cucina italiana in cui questo ingrediente è presente, sono i troccoli panna e salmone.

La panna da cucina però può assumere diversi aspetti: quella da montare per un dolce, quella classica per condire pasta, lasagne o tortellini, quella vegetale.

Fanno tutte parte della stessa grande famiglia ma hanno valori nutrizionali e caratteristiche differenti. Per questo oggi andiamo a scoprire i benefici che essa apporta al fisico ma anche le controindicazioni per la salute.

La risposta alla domanda “La panna da cucina fa male?”, non è così semplice e scontata. Dunque andiamo a sviscerare l’argomento per bene.

La panna da cucina fa male?

Per rispondere al quesito ci baseremmo su dati scientifici e affermazioni prodotte dagli esperti di settore come la dottoressa Francesca Evangelisti.

ricetta gnocchi panna, funghi e castagne
Panna da cucina con erbe (foto da AdobeStock di MarcoBagnoli Elflaco)

Iniziamo con lo spiegare cos’è la panna da cucina e come si produce. Essa possiede un colore paglierino e si forma per affioramento sulla superficie del latte a riposo.

Andiamo dunque a vedere l’importanza e la varietà nelle caratteristiche nutrizionali e i benefici che essa produce per la salute.

Caratteristiche nutrizionali

La percentuale di grassi contenuti in questo ingredienti varia a seconda della sua destinazione:

  • minore del 10% per la panna da caffetteria
  • maggiore del 20% per quella da cucina
  • superiore al 30% per quella da pasticceria o da montare per dolci
  • oltre l’80% per quella prodotta da burro

Inoltre, dal punto di vista nutrizionale i macronutrienti di cui essa è maggiormente ricca sono sicuramente i lipidi. Inoltre ritroviamo fra i minerali fosforo, calcio, potassio, zinco, magnesio e sodio.

Per quanto riguarda le vitamine invece, vi sono tracce unicamente di quella di tipo A. Infine per quanto concerne l’apporto calorico, si tratta di livelli medio-alti: 330 kcal per 100 gr di panna.

Benefici e controindicazioni per la salute

Anche se quest’alimento apporta diversi benefici al nostro organismo come il rinforzamento delle ossa, delle articolazioni e dell’apparato scheletrico, così come ai muscoli e il miglioramento della vista, allo stesso modo vi sono diverse controindicazioni da tener a mente.

L’alto contenuto di grassi e di colesterolo non è da sottovalutare in caso di patologie che riguardano il sistema cardio-vascolare. In più, va evidenziato il suo alto apporto calorico, cosa che non promette bene per chi è in sovrappeso.

I consigli generali riguardo l’utilizzo della panna in generale sono essenzialmente due: il primo è quello di usare questo ingrediente con parsimonia senza riproporlo a tavola quotidianamente.

Il secondo invece è quello di utilizzare la panna da cucina, tra tutti i tipi visti precedentemente, poiché contiene il numero minore di grassi, rispetto magari a quella da pasticceria.

La panna vegetale è meglio di quella da cucina?

Riflettendo sul nome dato a quest’alimento ci viene subito da fare un considerazione: si tratta dell’alternativa sana rispetto alla panna da cucina.

Non c’è nulla di più errato. Le composizioni e i valori nutrizionali sono gli stessi tra le due. L’unica differenza è che la panna vegetale deriva dal latte di soia e non da quello classico.

panna da cucina
panna da cucina (foto di adobeweb archivio365 da Adobe Stock Photo)

In sostanza, la sostituzione della panna vegetale a quella classica non comporta giganteschi cambiamenti ma piccolissimi miglioramenti che non variano di tanto la situazione salutare.

Per concludere quindi, la panna da cucina va usata occasionalmente e con parsimonia. Mai dunque proporla a tavola per più di una volta ogni due settimane, considerandosi quindi un prodotto poco salutare.

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