Tre fette di pane integrale al giorno sono in grado di abbassare del 25% il rischio di morire per patologie cardiovascolari e se la dose quotidiana aumenta il rischio cala. Ma secondo uno studio dell’Università di Harvard a fare bene al cuore non è solo il pane integrale, ma anche la pasta integrale, tanto che gli studiosi ritengono che i governi dovrebbero suggerire di mangiare più carboidrati integrali per i benefici a lungo termine che apportano.
I ricercatori hanno esaminato 12 studi precedenti condotti tra il 1970 e il 2010 su un totale di quasi 800.000 persone, arruolate tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Paesi scandinavi. Dai dati è emerso che i consumatori abituali di cereali integrali che ne mangiano circa 70 grammi al giorno non solo riducono il rischio di mortalità cardiovascolare, ma anche quello legato ai tumori si riduce del 20%. I cereali integrali, infatti, contengono molti composti bioattivi che possono apportare benefici alla salute, mentre l’alto contenuto in fibre riduce il colesterolo, tiene a freno la glicemia e aumenta il senso di sazietà.
E’ pur vero che certi alimenti a base di cereali integrali possiedono zuccheri e sale che possono far male alla salute, ma la presenza di queste sostanze è di gran lunga minore rispetto a quella nel riso, nel pane e nei derivati raffinati. E’ noto da tempo che il pane integrale comporta rialzi della glicemia molto più contenuti rispetto ad altri tipi di pane; inoltre rispetto a quello bianco è meno calorico (225 kcal contro 290 kcal del pane bianco), più ricco di fibra (ne ha circa il doppio) e contiene più vitamine e minerali, come calcio e ferro.
Non solo, il pane integrale grazie alla presenza di colina, tirosina, vitamine del gruppo B e zinco aiuta a mantenere il cervello attivo, mentre le proprietà antiossidanti mantengono giovane la pelle.