Un antico popolo del centro Italia amava la carne di maiale e il buon vino: sono andata alla riscoperta delle loro abitudini culinarie.
Nel saggio Vita quotidiana degli Etruschi di Jacques Heurgon si legge: “È in verità impressionante il constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C., pressoché la stessa regione dell’Italia centrale, l’Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il focolaio determinante della civiltà italiana“. E in effetti gli Etruschi, che hanno popolato numerose aree dell’Italia centrale comprese tra l’Umbria, la Toscana e il Lazio, hanno determinato una parte importante della nostra storia tra il nono e il primo secolo a.C.
A distanza di migliaia di anni gli etruscologi continuano a studiare usi e costumi di quell’antico popolo, rinvenendo ed esaminando reperti archeologici, comparando gli usi degli Etruschi a quelli dei Romani, a cui dobbiamo molte delle fonti e delle informazioni oggi in uso. Nonostante l’antagonismo tra Etruschi e Romani (ricordiamoci che a partire dall’espansione romana nel sesto secolo a.C. gli Etruschi furono “inglobati” nella loro cultura), infatti, agli ultimi si deve un’enorme quantità di fonti scritte.
Ceramiche etrusche: grazie ai reperti possiamo conoscere molte informazioni
Ad oggi, per esempio, conosciamo molti degli usi degli Etruschi rispetto ai riti funerari. Molte tombe, in effetti, sono state rinvenute intonse, arricchite di corredi e utensili di ogni tipo. Tra questi possiamo annoverare sicuramente i corredi da vino, solitamente composti da vasi e contenitori in ceramica. A questo proposito è interessante constatare come la ceramica svolga un ruolo fondamentale in ambito archeologico.
Questo materiale è infatti considerato ultra caratterizzante e ultra datante, poiché nel corso della storia le tipologie ceramiche si sono evolute nell’arco di poche decine di anni, andandosi a sostituire reciprocamente di decennio in decennio. Oggi la cosiddetta analisi dei residui sui reperti ceramici ci permette di conoscere il contenuto degli stessi, compresi quelli etruschi.
Vino, carne, pesce e frutta e verdura: come mangiavano gli Etruschi
Grazie ai “cocci” rinvenuti e studiati sappiamo ad esempio che gli Etruschi erano appassionati di vini e che spesso solevano berli mischiati con acqua. A un buon banchetto, però, non poteva figurare solo il vino! Per questo gli Etruschi erano soliti abbinarlo a preparazioni a base di carne di maiale o formaggi di pecora.
Dai Romani sappiamo che in Etruria era molto diffusa la suinicoltura, da cui si ottenevano carni per arrosti ma anche salumi. Anche la cacciagione era molto apprezzata e differenziata in base alla classe sociale di appartenenza. I più ricchi si cibavano di caprioli, cinghiali, cervi e lepri, mentre i meno abbienti dovevano accontentarsi dei volatili.
Un’ultima menzione va fatta rispetto al consumo di pesce: le popolazioni costiere, infatti, erano solite consumare molto tonno. Inoltre tali pietanze erano abbinate al consumo di frutta e verdura. E, in alcuni casi, a quello di carni che oggi consideriamo off-limits, ad esempio quella di ghiro.
Non è cambiato niente: oggi amiamo le stesse preparazioni care agli Etruschi
Ebbene, nonostante la scarsezza di fonti scritte etrusche (questo popolo scriveva poco e su supporti che difficilmente si sono conservati fino ai giorni nostri), almeno un paio di verità in ambito alimentare sembrano confermarsi di giorno in giorno. La passione degli Etruschi per il vino e per preparazioni che, a conti fatti, non sono così dissimili da quelle che amiamo ancora oggi, soprattutto nel Lazio, in Umbria e in Toscana.