Dopo tutte le polemiche che hanno ruotato attorno a questo liquido, c’è una grossa novità riguardante l’olio di palma. Entriamo meglio nel dettaglio e andiamo a scoprire ciò che nessuno si aspettava!
Ad oggi l’olio di palma rappresenta il componente primario al mondo dal punto di vista commerciale per quanto riguardo gli olii e i grassi alimentari.
Il suo clamoroso successo è dovuto da due fattori principali: il primo riguarda il suo prezzo altamente competitivo mentre il secondo concerne la sua perfetta idoneità per usi alimentari ed industriali.
Nonostante ciò ultimamente sul prodotto in questione sono piovute critiche e proteste da tutte le parti. Questo poiché l’olio di palma è stato additato come portatore di malattie cardiovascolari e di possibili formazioni cancerogene.
In aggiunta, recentemente è sorta una gigantesca novità riguarda l’alimento in questione. Andiamo a scoprire di cosa stiamo parlando.
L’Indonesia, leader mondiale nel campo della produzione di olio di palma, ha vietato l’export di tale alimento. La nazione in questione rappresenta il 50% dell’intera fornitura globale del prodotto.
La legge proclamata è stata elaborata a causa di una grave mancanza interna dell’olio di palma e dunque partirà dal 28 Aprile fino a che la situazione non sarà risolta.
La mossa indonesiana colpirà inevitabilmente anche l’Europa: già si stimano rialzi dal 6,3% soprattutto nel campo della cosmetica dove il prodotto in questione è super utilizzato.
Inoltre la risposta si è fatto sentire anche nel campo agroalimentare: è stato effettuato un balzo sul mercato del 7% toccando un massimo di 7500 ringitt (ogni ringitt malese equivale a 0,22 centesimi).
È vero, l’olio di palma è stato troppo demonizzato dalle credenze comuni e dalle fake news che sono girate. È altrettanto vero che nessuno studio scientifico ha mai smentito del tutto le controindicazioni che esso può fornire.
Patologie cardiovascolari e formazioni tumorali possono essere dietro l’angolo se ne assumiamo in quantità eccessive essendo strutturato con dosi considerevoli di grassi.
Da uno studio pubblicato recentemente da Malaysian Palm Oil Board, emerge come la sostituzione dell’acido palmitico con altri acidi grassi potrebbe avere sia effetti positivi che negativi su alcuni marcatori, quali le concentrazioni di colesterolo buono e cattivo e trigliceridi.
Dunque in conclusione, limitate il consumo di questo prodotto soprattutto ora che i prezzi si impenneranno ingentemente. Ciò farà bene al vostro portafoglio e alla vostra salute!