Il gelato può provocare il cosiddetto “congelamento del cervello”, meglio noto come emicrania da gelato. Perché avviene e come è possibile evitarlo?
Il suo nome scientifico è “ganglioneuroralgia sfenopalatina”, si verifica quando si mangia velocemente un cibo troppo freddo ed è causato da una vasodilatazione improvvisa dei nervi del palato. I recettori del dolore rilevando improvvisamente la vasodilatazione inviano al nervo trigemino, veicolatore degli stimoli percepiti sul volto, un segnale errato. Il cervello interpreta la sensazione proveniente dalla fronte (invece proviene dal palato) percependo un forte dolore simile a quello della cefalea.
L’emicrania da gelato inizia circa dieci secondi dopo che il palato ha toccato qualcosa di freddo e può durare fino a 60 secondi. Secondo studi scientifici la sensazione di congelamento del cervello pare sia causata da un drastico incremento di flusso sanguigno attraverso l’arteria cerebrale anteriore del cervello. Per rimediare a questo tipo di emicrania i neurologi consigliano di evitare di mangiare cibi troppo freddi. Quando si consuma un gelato bisogna ricordarsi di masticare lentamente, così come se beviamo una bevanda ghiacciata meglio sorseggiarla lentamente. Solo così si abitua il palato ad una temperatura troppo bassa e si può evitare l’emicrania da gelato.