Ultimi giorni di mare per i più fortunati, ripresa della routine quotidiana per la maggior parte delle persone. Sole, mare e tintarella sono un ricordo, ma è proprio l’abbronzatura a poter lasciare qualche spiacevole segno antiestetico sulla pelle. Come bisogna comportarsi?
Queste chiazze sono frutto dell’azione combinata del sole e di sostanze che interagiscono con esso (ad esempio cosmetici, creme, profumi, ecc.) causando un effetto fototossico. I soggetti più a rischio sono le donne in gravidanza o che fanno uso della pillola anticoncezionale o di antibiotici.
“Le molecole di queste sostanze – spiega all’AdnKronos Leonardo Celleno, Presidente dell’Associazione Italiana di Dermatologia e Cosmetologia – si alterano facendo scattare un’infiammazione che sfocia nell’imbrunimento della pelle”. Più grave è invece il caso di una “fotoallergia, che può verificarsi quando la sostanza alterata (soprattutto farmaci ed antibiotici) diventa allergene”.
Tali macchie possono richiedere un po’ di tempo per essere eliminate. Se la macchia si ferma sull’epidermide (quindi sul primo strato della pelle), può essere sufficiente anche il ricorso ad una sostanza schiarente. “Ma se passa troppo tempo, il pigmento va a finire nel derma (dunque nel secondo strato della pelle) e in questo caso sono necessarie terapie più intensive – ha spiegato Leonardo Celleno -. La prima cosa da fare è rivolgersi ad un dermatologo che possa prescriverci cosmetici in grado di arginare il problema o terapie quali peeling e laser”.
Ovviamente anche in questo caso vale la teoria secondo cui prevenire è meglio che curare. Meglio preparare la pelle durante l’inverno così da limitare il rischio di formazione dei pigmenti. Di conseguenza è necessario “fare ricorso ad una elevata fotoprotezione, non solo in estate, ma anche durante il corso dell’interno anno. Naturalmente è essenziale anche evitare di applicare profumi o cosmetici sulla pelle quando ci si espone al sole”.