L’olio di frittura può far male alla salute. Le elevate temperature, raggiunte con questo metodo di cottura, alterano la struttura molecolare dei grassi producendo numerosi residui tossici per il nostro organismo. A risentirne sono soprattutto il fegato e il pancreas, ma nuovi studi hanno rivelato che può favorire la proliferazione del cancro al seno.
L’olio da cucina utilizzato più di due volte per friggere può causare il tumore al seno, rendendolo ancor più aggressivo e pericoloso. Lo ha dimostrato una ricerca pubblicata su Cancer Prevention Research e condotta da un team di ricercatori americani dell’University of Illinois e dell’University of Oregon. Gli scienziati hanno alimentato per sedici settimane due gruppi di topi con olio di soia. Il primo gruppo usufruito di olio fresco e non riscaldato; il secondo è stato invece nutrito con olio riscaldato numerose volte.
I ricercatori hanno trovato in quest’ultimo gruppo cellule tumorali del cancro al seno di tipo 4T1, una forma molto aggressiva che spontaneamente tende a formare metastasi in vari distretti del corpo, dal polmone al fegato. A tre settimane di distanza, gli scienziati hanno osservato nei topi nutriti con olio riutilizzato una crescita delle metastasi ben quattro volte superiore rispetto a quella dell’altro gruppo. Tra le sostanze reputate responsabili di questi processi dannosi vi è l’acroleina, una molecola derivante dalla distruzione dei trigliceridi prodotta dal riutilizzo dell’olio e dalla conseguente ossidazione degli acidi grassi.
Ricordiamo che in Europa il riutilizzo dell’olio in ristoranti e affini è severamente regolamentato. In casa sempre meglio sempre ricorrere alla classica dieta mediterranea dove l’olio di oliva crudo è il condimento principale di molteplici piatti e il suo consumo comporta altrettanti benefici per la nostra salute.