I mezzi tecnologici ci facilitano la vita in cucina: il robot Monsieur Cuisine Smart di Lidl è pensato per questo, ma ha un problema.
È indubbio che l’avanzamento tecnologico abbia reso la nostra vita più semplice in ogni ambito. Pensiamo agli smartphone, con cui ci teniamo in contatto con le persone e grazie ai quali abbiamo accesso a un archivio sterminato di informazioni; oppure pensiamo agli elettrodomestici, che hanno semplificato la vita in casa, soprattutto a fronte di lunghe e stressanti giornate lavorative. Eppure, connesso alla questione della tecnologia esiste un problema: la cosiddetta obsolescenza programmata. Con questa definizione si fa riferimento a una tendenza intrinseca degli oggetti tecnologici, che sono programmati per diventare inutilizzabili o, appunto, obsoleti nel giro di poco tempo.
Un esempio lampante è dato dal celebre robot da cucina di Lidl Monsieur Cuisine Smart firmato Silvercrest, che dopo aver riscontrato enorme successo con la prima edizione sta per tornare sugli scaffali della catena di supermercati. Lidl ha infatti deciso di riproporlo ai propri clienti assieme a un’ulteriore offerta: i possessori della carta fedeltà potranno infatti ottenere uno sconto di 70 euro sul prezzo originale, passando da 429 euro a 329 euro.
Posta in questi termini l’offerta sembra imperdibile: similmente al classico Bimby, infatti, il Monsieur Cuisine Smart facilita la preparazione delle pietanze, dandoci la possibilità di preimpostare tempi e temperature di cottura e lavorando mentre noi svolgiamo comodamente altri compiti. Eppure questo robot da cucina ha un problema: è efficiente, ma nel giro di 3 anni i pezzi di ricambio scompaiono dal mercato, rendendo impossibile ripararlo in caso di guasto.
Ed è proprio questo che si intende per obsolescenza programmata: il costruttore di un prodotto smette di offrire la possibilità di aggiustarlo in caso di guasto e rende necessario eliminare il prodotto stesso per acquistarne uno nuovo. La questione diventa ancora più problematica quando si parla di elettrodomestici dal costo elevato e che, in teoria, dovrebbero essere destinati a durare per anni.
Inoltre l’obsolescenza programmata apre le porte a una serie di speculazioni di natura etica, ad esempio: è giusto incentivare la produzione e l’acquisto di nuovi prodotti, e di conseguenza lo spreco di risorse, quando si potrebbe semplicemente riutilizzare quelli che già abbiamo? In questo senso l’economia circolare ci insegna la giusta condotta: evitare gli sprechi significa anche saper riutilizzare scarti e rifiuti, non producendone di nuovi ma rendendo di nuovo efficienti i mezzi che già abbiamo a nostra disposizione.