Gli hamburgers sono uno degli alimenti tipici da fast food. Ma a Napoli è diventato un cibo di lusso. Il prezzo? 1.000 euro al chilo.
È l’ultima trovata del macellaio napoletano Antonio Di Sieno, in arte Trippicella. Fatto di carne di bovino Wagyu della prefettura di Kagoshima, in Giappone, e poi avvolto in foglia d’oro alimentare 24k: è la risposta italiana alla bistecca d’oro di Salt Bae, il cuoco-macellaio più famoso nel mondo. Costa 1000 euro al chilo e soddisfa tutti i requisiti che un buon hamburger deve avere: non deve restringersi in cottura, deve mantenere un buon livello di liquidi e rimanere compatto durante la cottura.
Per prepararlo Di Sieno spiega di aver bilanciato diversi tagli della miglior Wagyu importata in Italia creando “un blend tra le parti più e meno grassose, quelle più marmorizzate come il top entrecote, un pezzo di fesa meno marmorizzato, e il collo più succoso. Il tutto impreziosito dall’oro alimentare”. Non si troverà al supermercato, per poterlo assaggiare è necessario prenotarlo alla macelleria di Di Sieno, a Sant’Anastasia, in via Arco 235, a pochi passi dal celebre Santuario della Madonna dell’Arco.
Il famoso macellaio partenopeo ha scelto il bovino della prefettura di Kagoshima per le sue peculiarità. «Oltre ad essere finemente tenera, la sua carne si differenzia da quelle delle altre zone per il suo delicato e deciso sapore umami del grasso dovuto dalla consistenza della marmorizzazione, con una bassa temperatura di fusione a causa della grande quantità di acidi grassi insaturi”.
In passato Di Sieno è diventato famoso per due altre proposte: il Rosso Vesuviano, un maiale allevato allo stato brado sulle pendici del Parco Nazionale del Vesuvio secondo l’antica tradizione vesuviana, e la “Meat innovation” per recuperare carne generalmente di scarto come la coppa di testa, la matrice e il ventre.