Paese che vai usanza culinaria che trovi e così basta uscire un po’ dai confini nazionali per scoprire di piatti prelibati ma anche difficili da guardare.
Non difficile immaginare che le cucine del mondo possano presentare piatti considerati prelibati ma che in realtà ai nostri occhi risultano tutt’altro che buoni, anzi difficili anche solo a guardarli. Del resto ogni Paese crea la propria tradizione culinaria in base alla flora e alla fauna che abitano quel territorio.
In teoria, quindi, non dovremmo poi tanto stupirci se, ad esempio, si mangiano cavallette o bruchi o ancora se si preferisce stuzzicare con le uova di formica o se, invece, si unisce il grasso vegetale all’argilla gialla setacciata e si creano quelle che ad Haiti sono considerate delle deliziose pagnotte di fango. Eppure lo stupore c’è, soprattutto per come sono presentati questi piatti, perché diciamoci la verità anche l’occhio vuole la sua parte e non sempre questo succede.
Partiamo dalle escamoles piatto tradizionale della cucina messicana. A ben guardare la foto in alto non sembra neanche tanto male, non sapendo cosa si ha davanti potremmo pensare che sono dei pinoli; in realtà si tratta di una prelibatezza realizzata con le uova di formiche giganti nere che popolano le zone desertiche del Paese. Una volta preparate le escamoles presentano la consistenza della ricotta, mentre il sapore è quello del burro mescolato con la noce tritata. I messicani mangiano gli escamoles sia crudi che cotti e generalmente sono serviti con condimento di sale e peperoncino e accompagnamento di salsa guacamole.
Restiamo ancora in Messico per un altro piatto, questa volta simbolico del Paese centro-americano ovvero i tacos. Sappiamo che queste tortiglie sono servite con ripieno di carne macinata, verdure e salse di ogni tipo, eppure da qualche anno alcuni ristoranti specializzato hanno pensato di aggiungere in menù una versione completamente differente. Si tratta dei tacos con ripieno di cavallette e bruchi fritti a loro volta accompagnati da diverse tipologie di salse.
Cambiamo decisamente Stato e continente per spostarci in Cambogia dove uno dei piatti più prelibati è rappresentato dalle tarantole fritte. Si tratta dello street food per eccellenza che oggi i cambogiani preparano arricchendolo con spezie e aglio, ma si tratta anche una preparazione nata dalla necessità della popolazione molto povera di sfamarsi con quello che trovavano. Il sapore? Pare assomigli a quello del granchio, sicuramente è molto crunchy.
In Thailandia si può, invece, assaggiare uno dei caffè più costosi al mondo. È il caffe nero d’avorio e una sola tazzina può arrivare a costare anche 50 dollari, il motivo? Molto semplice, i chicchi vivono il loro processo di tostatura all’interno dell’intestino degli elefanti; vengono poi raccolti dalle loro feci e puliti da esperti artigiani.
Chiudiamo con quello che è probabilmente il più difficile piatto da guardare. Del tonno non si butta via niente, letteralmente; almeno questo avviene in Giappone dove uno dei piatti più apprezzati è rappresentato dagli occhi di tonno. Sembra addirittura che si tratti della parte più deliziosa del pesce.
Nel Paese del Sol Levante gli occhi di tonno sono consumati anche crudi per riuscire ad assorbirne bene tutte le proprietà, ma generalmente si offrono cotti e accompagnati con salsa di soia.