La maggioranza dei bambini italiani fa una merenda inadeguata con il consumo di alimenti ipercalorici. Una minoranza del 3,4% la salta addirittura del tutto a metà mattino. Cosa mangiano gli italiani a metà mattina e a metà pomeriggio?
La merenda rientra tra le abitudini più’ radicate tra gli italiani e ha l’obiettivo di spezzare la fame durante il giorno e garantire un apporto energetico e nutrizionale adeguato. A metà mattina, come a metà pomeriggio, la merenda resta un rito per 34 milioni di italiani, tra grandi e piccini, anche se nel tempo le sue caratteristiche sono mutate.
In passato si era soliti mangiare pane, burro e zucchero, ma alcune merende tipiche locali restano ancora in uso. All’insegna della cucina mediterranea è la bruschetta pugliese dove dominano l’olio d’oliva e il pomodoro, in Liguria le torte di pasta sfoglia con verdure, in Friuli il pane con una mousse di ricotta fresca di latte vaccino, nel Lazio le ciambelle al mosto, per avvicinare al profumo del vino i più piccoli che non possono ancora berlo, mentre in le seadas o sebadas, grandi ravioli di una pasta molto sottile fatta con semola di grano duro, acqua e poco strutto, con un ripieno di formaggio pecorino. Il tutto viene fritto e, una volta tolto dall’olio, si cosparge di miele di corbezzolo.
Se panino e pizza restano molto diffusi lungo tutta la Penisola, negli ultimi decenni soprattutto tra i più piccoli si diffondono le merendine confezionate. “Tuttavia, con la svolta salutista degli italiani, si assiste anche ad un ritorno della frutta e verdura il cui livello di consumo delle nuove generazioni – sottolinea la Coldiretti – resta però lontano da quanto suggerito nelle linee guida sulla sana alimentazione con il 20,4% dei bambini che la consumano meno di una volta al giorno mentre sono appena l’8,5% quelli che la consumano 5 o più volte al giorno come consigliato”.
La Coldiretti è impegnata nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.