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La dieta bio per eliminare i pesticidi dall’organismo

Con due sole settimane di dieta biologica è possibile cancellare dalle urine ogni presenza di pesticidi e inquinanti. Lo studio è stato effettuato su 16 persone e ben 13 hanno dato risultati altamente positivi, con livelli di contaminazione che sono passati da indici allarmanti fino alla quasi irrilevanza. La “decontaminazione” ha funzionato per alcuni degli insetticidi più utilizzati dall’agricoltura convenzionale (clorpirifos e piretroidi) e per il glifosato, l’erbicida contro cui si è mobilitata l’opinione pubblica di mezzo mondo.

L’esperimento è stato organizzato da Federbio e Cambialaterra.it e ha messo in evidenza come i prodotti chimici impiegati in agricoltura stazionano nel nostro corpo con conseguenze che ancora non sono state accertate scientificamente. Eppure sono bastate due settimane di dieta bio per azzerare gli inquinanti presenti nel nostro corpo.

Una famiglia di quattro persone, compista da marito, moglie e due figli di 7 e 9 anni hanno fatto analizzare le loro urine prima della dieta bio e dopo 15 giorni. I risultati sono stati presentati oggi a Roma in un incontro presso il Comando Carabinieri delle Politiche Agricole. Per i quattro componenti della famiglia per quasi tutte le sostanze chimiche analizzate si è passati da livelli di contaminazione alti a quantità molto basse e spesso sotto i limiti di rilevabilità.

Come riporta l’agenzia di stampa Ansa “Siamo davanti a un dato oggettivo”, ha affermato Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, e cioè che i pesticidi “li abbiamo dentro di noi”. L’esperimento è stato realizzato nell’ambito della campagna “Cambia la Terra”, che vuole stimolare la conversione del sistema agricolo nazionale al biologico. Quella bio, ha sottolineato Carnemolla, è “un’agricoltura che guarda al futuro e che va accompagnata”.

“E’ incredibile che ancora oggi ci si ponga in maniera molto vaga il tema dell’effetto dei pesticidi all’interno del nostro organismo”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, dell’Ufficio di presidenza di FederBio e portavoce della campagna #StopGlifosato. “Misurare i livelli di inquinamento da fitofarmaci sui prodotti alimentari è il primo passo. Ma serve approfondire la conoscenza degli effetti che diverse e numerose sostanze hanno sulla nostra salute. Serve più ricerca, e soprattutto più ricerca indipendente dagli interessi economici, come ha dimostrato la stessa vicenda del glifosato”.