La Cina apre le porte al cibo italiano

La Cina spalanca le frontiere al cibo italiano: la crescita è del 17% del valore delle esportazioni agroalimentari nazionali, ma il dato sembra destinato ad aumentare nei prossimi mesi. Il prodotto Made in Italy più richiesto dal gigante asiatico è il vino per un importo di 101 milioni di euro nel 2016.

Adesso la Cina ha deciso di rimuovere il bando sulla carne bovina nostrana dopo 16 anni di bando, offrendo maggiori opportunità agli allevamenti del Bel Paese. “Il via libera riguarderà – spiega Coldiretti – la carne disossata di bovini con meno di 30 mesi. Una buona notizia per le stalle tricolori dove si producono carni più sane, perché magre, non trattate con ormoni (a differenza di quelle americane) e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali”.

La decisione di Pechino è solo l’ultima di una serie di segnali positivi nei confronti dei prodotti agroalimentari del nostro Paese. Nelle scorse settimane sono stati dimezzati diversi dazi su alcuni prodotti cardine del made in Italy. “Si segnalano in particolare le riduzioni previste per parmigiano reggiano, grana e altri formaggi stagionati e per il gorgonzola (da 15/12% a 8%); per formaggio grattugiato e fuso e acquaviti di vino (da 10 al 5%); vermouth (da 65 a 14%); pasta e salsicce/salami (da 15 a 8%). Ma ad ottobre la Cina aveva anche disposto – sottolinea la Coldiretti – la rimozione del blocco alle importazioni di Gorgonzola, taleggio e agli altri formaggi erborinati, a crosta fiorita o muffettati che era stato deciso a fine agosto per un improvviso irrigidimento nell’applicazione delle norme sull’import dall’Unione europea, mentre a maggio c’era stata la decisione di aprire il mercato del gigante asiatico a limoni, arance e mandarini italiani”.

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