Secondo un recente studio statunitense chi abita in zone climatiche fredde e con meno ore di luce solare è più propenso al consumo di alcol. Secondo la ricerca, realizzata con i dati provenienti da 193 Paesi in tutto il mondo e pubblicata nella rivista ‘Hepatology’, ci sono prove che vivere in determinate condizioni climatiche contribuisce ad una maggiore incidenza di ‘binge drinking’ (il cosiddetto super consumo di alcolici e superalcolici) e di malattie del fegato.
Lo studio, realizzato dai ricercatori del ‘Pittsburgh Liver Research Centre’, “dimostra sistematicamente che, in tutto il mondo e in America, nelle zone più fredde e nelle aree con meno sole, si segnala una maggiore presenza di persone colpite da cirrosi”, riporta AdnKronos Salute. Il fenomeno dell’alcolismo è un problema molto diffuso nel mondo. In America, la causa principale di morte prematura deriva dall’alcol, da malattie croniche derivanti da esso o comportamenti (guidare l’auto) sotto effetto di essi.
Il binomio clima freddo e consumo di alcol è causato da due motivi principali: l’alcol è un vasodilatatore, quindi rilassa i vasi sansuigni e aumenta il flusso di sangue caldo alla pelle, riscaldando il corpo, e inoltre è molto utilizzato per combattere la depressione, che, come possiamo leggere qui, è fortemente legata a questi periodi climatici scanditi da poche ore di luce. VariPaese del Nord stanno adottando misure di prevenzione per evitare l’ascesa di persone con problemi di fegato e cirrosi dovuti dall’alcol.