Negli ultimi anni, la dieta senza glutine ha guadagnato una crescente popolarità, ma molti continuano a confondere i benefici e le necessità legati a questa scelta alimentare.
L’eliminazione del glutine è fondamentale per chi soffre di celiachia o altre patologie correlate, dall’altro vi è una crescente tendenza a considerare il glutine come dannoso per tutti, senza distinzioni. Basti pensare che negli ultimi anni per quanto riguarda i cibi gluten free, aumenta la spesa. L’Italia al top per aiutare i celiaci, ma davvero eliminare il glutine fa bene.
Il discorso non è per nulla semplice e vogliamo cercare di fare chiarezza su cosa sia davvero il glutine, perché alcune persone lo devono evitare e come capire se si è intolleranti. Il glutine è una proteina presente in cereali come frumento, segale, orzo, farro e kamut. Ha la funzione di conferire viscosità ed elasticità agli impasti, rendendo possibile la preparazione di pane, pasta e altri prodotti da forno.
Nella sua forma naturale, il glutine non è nocivo per la maggior parte delle persone, ma per chi è intollerante o celiaco, l’assunzione di glutine può causare danni gravi all’intestino, con conseguenti problemi di salute. Quindi, non tutti dovrebbero eliminare il glutine dalla propria dieta e l’unica ragione scientificamente fondata per farlo è l’intolleranza al glutine, o anche solo la sensibilità.
La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce l’intestino, causando danni permanenti alla mucosa intestinale se il glutine viene ingerito. Per queste persone, l’unico trattamento disponibile è una dieta rigorosamente senza glutine. Chi invece è solo sensibile, può avere gonfiore, diarrea, mal di testa e dolori articolari, pur non avendo danni permanenti all’intestino.
Riconoscere l’intolleranza al glutine può essere complesso, in quanto i sintomi sono spesso vaghi e possono mimare altre condizioni. Se sospetti di essere intollerante al glutine, è fondamentale consultare un medico. I test diagnostici più comuni includono esami del sangue per rilevare specifici anticorpi contro il glutine e una biopsia intestinale per valutare eventuali danni alla mucosa intestinale.
In alcuni casi, i medici prescrivono una dieta di eliminazione, in cui il glutine viene rimosso per un periodo e poi reintrodotto per osservare i cambiamenti nei sintomi. Solo un professionista può stabilire con certezza se si tratta di una reazione al glutine o se la causa è da ricercarsi altrove. Molte persone, anche senza una diagnosi di celiachia o sensibilità al glutine, decidono di seguire una dieta priva di glutine.
Questo avviene perché sono attratte dall’idea che possa migliorare la loro salute, ma non è propriamente così: ci sono alimenti come il mais, energetico, diuretico e gluten free, che sicuramente fanno bene alla salute, e al contempo non esistono prove scientifiche che confermino benefici per i soggetti sani. Anzi, una dieta senza glutine, se non bilanciata correttamente, potrebbe fare male.
Ovvero potrebbe comportare una riduzione dell’apporto di micronutrienti come vitamine e minerali, che sono essenziali per una corretta alimentazione. In definitiva, varie alternative alimentari possono arricchire la dieta, ma è fondamentale comprendere che eliminare il glutine senza una reale necessità potrebbe non portare benefici che ci si attende. A meno che appunto non ci siano intolleranze o sensibilità.